Tremors (1990)

Film di serie B, diventato nel tempo un cult, Tremors è la rivisitazione moderna dei classici di fantascienza degli anni ’50, di cui cattura la struttura e il ritmo, fondendo il genere horror con il catastrofico, e aggiungendo una brillante ironia. In pratica il regista Ron Underwood, autore anche del soggetto, ha trasferito il terrore dello Squalo sulla terraferma, dando vita a creature mostruose e vagamente preistoriche che si muovono sottoterra con la velocità e la precisione di un pescecane, ed escono all’improvviso per catturare e sgranocchiare tutto quello che gli capita a tiro. Ovviamente, per essere il più possibile spaventose, devono essere gigantesche. Evitando la trappola del ridicolo, in cui spesso l’horror rischia di cadere, il film si destreggia abilmente sul confine sottile tra paura e risate, aggiungendo un’ambientazione perfetta e tutta la tensione di un film catastrofico.

Siamo a Perfection, un piccolo paesino nel deserto del Nevada, dove gli abitanti trascinano le loro giornate nella noia più assoluta, finché un giorno non vedono spuntare dal terreno degli enormi vermi voraci, che sembra abbiano deciso di prendere la residenza proprio sotto le loro case.  A volte tutto ciò che serve per fare un buon thriller è togliere una piccola sicurezza dell’esistenza umana, che diamo per scontata, rendendola fatale. Cosa c’è di più naturale che camminare tranquillamente per spostarsi da un luogo a un altro? In questo film toccare il suolo diventa pericoloso, a meno di non essere velocissimi.

E come lo Squalo si rendeva visibile e minaccioso mostrando la pinna dorsale, i vermoni smuovono la terra sopra di loro mentre avanzano, rivelando quindi il loro percorso e aumentando la tensione delle scene di inseguimento. Il terrore perciò si crea ancora prima di vedere il mostro, ogni suo spostamento è sufficiente a generare apprensione nelle potenziali vittime. In più, quando passano sotto un edificio, lo scuotono violentemente, generando un effetto terremoto e facendo saltare i pavimenti e crollare i tetti.

Il risultato è un’ottima suspense, ben calibrata, in una giusta combinazione di azione, tensione e ironia. L’ambientazione, in una remota zona desertica, già di per sé inospitale, è perfetta per accrescere l’angoscia dei protagonisti: l’impossibilità di ricevere aiuto e la difficoltà delle comunicazioni li isolano, aumentandone la situazione di pericolo. Alla tensione della vicenda, si aggiunge un cast interessante e variegato di buoni caratteristi, visibilmente affiatati tra loro e guidati dall’inedita coppia Kevin Bacon e Fred Ward, che sembrano funzionare molto bene insieme, interagendo con una buona chimica e ottimi tempi comici.

L’umorismo è solo trasversale, serve ad alleggerire i momenti più cruenti, ma non va mai a discapito della suspense o del ritmo, che rimane frenetico. Dopo le prime sfortunate vittime, necessarie come in ogni horror che si rispetti per spiegare chi è il nemico e come attacca, il film subisce una breve battuta d’arresto, ma è solo una pausa di riflessione, che prelude al gran finale. I cittadini di Perfection uniranno le forze, per vendere cara la pelle, e regalare allo spettatore inseguimenti da brividi, fughe rocambolesche accompagnate da sparatorie ed esplosioni spettacolari, il tutto sullo sfondo dei magnifici paesaggi del Nevada.

Gli effetti speciali sono ben realizzati, in particolare l’aspetto delle creature: i mostri sembrano credibili e minacciosi con le loro bocche spalancate che emergono dal terreno, come il muso dello Squalo affiorava dall’acqua per afferrare le malcapitate vittime, in più sono dotati di raccapriccianti tentacoli a ventaglio con cui riescono a raggiungere anche chi crede di essere già in salvo. Se ancora non basta, aggiungiamo anche una colonna sonora molto evocativa, che sottolinea le scene cruciali e accompagna le gesta dei nostri eroi.

Nel complesso è un film commerciale, senza dubbio, ma fatto con convinzione, professionalità e una gran dose di autoironia, arricchito da scenari mozzafiato e personaggi ben caratterizzati, un ritmo sostenuto che non accusa momenti di stanchezza, una sceneggiatura piena di battute divertenti, e un finale prevedibile, ma comunque emozionante.  

27 pensieri riguardo “Tremors (1990)

  1. Mi ricorda il Siluro del Po, pescetto insignificante importato dalle gelide acque siberiane per arricchire la così detta “pesca sportiva” di alcuni laghetti della bassa milanese. Un incauto svuotamento di uno di questi bacini finì nel Po e il pescetto divenne un gigante mostruoso: c’è chi dice capace di ingoiare una capra che in quelle acque si abbevera. Sicuramente fece danni irrimediabili all’eco-sistema del Po.

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      1. Una cosa analoga, ma non in dimensioni così esagerate, è successa al lago di Varese: imbecilli irresponsabili hanno introdotto nelle sue acque il granchio rosso dell’Alabama, buono da mangiare, e il più modesto granchio autoctono, lì presente da tempi immemorabili, ma di nessun interesse alimentare, è sparito!

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  2. Ad avercene di film commerciali come questo! 😛
    Ha ancora tutto il suo smalto, dopo tre decenni, e i suoi tanti seguiti dimostrano che è ancora un nome spendibile fra gli appassionati. In una recente intervista Kevin Bacon ha mostrato un po’ di dispiacere retroattivo per non aver partecipato al secondo film, ma all’epoca i “film di cassetta” erano considerati squalificanti per la carriera di un attore, non sapendo che poi l’intero cinema sarebbe diventato l’ombra dei “film di cassetta”, quindi Kevin ha fatto di parecchio peggio in carriera.

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