Othello (1995)

Otello è una delle tragedie di Shakespeare che amo di più, per la carica emozionale dei personaggi, così ben delineati nei difetti come nelle virtù, incastonati nella trama in modo da avere ognuno un proprio ruolo ben preciso, tanto tragico quanto ineluttabile, e così profondamente umano. Questa versione cinematografica mostra rispetto per l’originale ed è una messa in scena più che dignitosa, senza inutili orpelli o eccessivi fronzoli. Eppure risulta un insieme spettacolare, che non solo non annoia lo spettatore, ma lo coinvolge emotivamente per tutte le due ore della sua durata.

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Conflitto di classe (1991)

Originale film processuale, che nella struttura può ricordare uno dei tanti romanzi di Grisham, anche se i siparietti familiari si aggiungono alla vicenda legale. Due avvocati di grido si trovano contrapposti nella causa tra una multinazionale che produce auto e le vittime di un modello difettoso, che ha avuto la cattiva idea di esplodere. Fin qui niente di nuovo sotto il sole. La singolarità del film sta nel fatto che i due avvocati, rivali in tribunale e nella vita privata, sono padre e figlia, divisi dalle rispettive idee politiche e da questioni familiari mai risolte.

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Mystic River (2003)

Il film è un adattamento dell’omonimo bestseller di Dennis Lehane, diretto da Clint Eastwood. Se avete letto il romanzo da cui è tratto, sapete già cosa vi aspetta: una storia dura e crudele, con un finale che predilige la vendetta alla giustizia. La trasposizione che ne ha fatto Clint Eastwood è superba, e lo rende uno dei suoi film migliori. Per questo, e solo per questo, mi sento comunque di consigliarlo, ma se non conoscete il romanzo e non amate le storie che finiscono male, non guardate assolutamente questo film. E’ splendido, nella fattura e nell’interpretazione, ma ha un finale amaro, carico di rabbia e di dolore.

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