Difficile pensare a questo film senza identificarlo con Audrey Hepburn, la sua grazia, la sua eleganza e la classe inarrivabile che la caratterizzava. Ed è grazie a lei se il personaggio di Holly Golightly ci sembra così pulito e delicato: in realtà la protagonista del romanzo di Truman Capote, da cui è stato tratto il film, non è altro che una sempliciotta cresciuta nel sud degli Stati Uniti, che sopravvive alla giornata facendo la squillo di lusso. Ma come Blake Edwards si è appropriato del romanzo di Capote, rendendolo molto meno cinico, così Audrey Hepburn ha fatto suo il personaggio di Holly, trasformandola in una ragazza stravagante e romantica, una donna indipendente, moderna, sensuale ma mai volgare, che nasconde sotto l’apparente distacco una vulnerabilità accattivante e una disperata fame di amore.
Continua a leggere “Colazione da Tiffany (1961)”Tag: Martin Balsam
La parola ai giurati (1957)
Se qualcuno si è chiesto almeno una volta cosa significa ragionevole dubbio, può trovare in questo film una risposta esauriente. La pellicola di Lumet indaga a fondo e cerca di mostrarci non solo quand’è che un dubbio può essere considerato ragionevole, ma soprattutto quando un’incertezza di questo tipo può e deve influire sul verdetto, impedendo la condanna, anche solo potenzialmente ingiusta, di un innocente.
Continua a leggere “La parola ai giurati (1957)”Assassinio sull’Orient Express (1974)
Questo film è universalmente considerato uno dei miglior adattamenti cinematografici del romanzo di Agatha Christie. Diretta da Sidney Lumet, famoso per la cura dei particolari e l’attenzione alle sfumature, oltre che per la precisione e l’assoluta fedeltà ai testi originali, la pellicola si avvale di un cast straordinario, scelto accuratamente per dare vita nel modo migliore ai personaggi della Christie.
Continua a leggere “Assassinio sull’Orient Express (1974)”Psyco (1960)
Capolavoro assoluto del grande regista, è diventato nel tempo qualcosa di più di un cult, un vero e proprio simbolo del cinema giallo/horror, un’icona del bianco e nero, copiato, rifatto (purtroppo!), benevolmente preso in giro, fonte d’ispirazione insuperabile e archetipo di gusto e stile d’altri tempi. Per la prima volta un regista, universalmente riconosciuto come maestro del cinema, tratta non solo una tema legato al genere horror, ma un disturbo complesso e, per allora sconosciuto, come quello della schizofrenia.
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