Lantana (2001)

La lantana è un arbusto tropicale con fiori colorati e un fitto sottobosco spinoso: un simbolo perfetto, con il suo groviglio di rami intrecciati, per le tante storie che si rincorrono e si intersecano in questo affascinante noir. Le trame multiple, che seguono personaggi diversi, non sono una novità, basta pensare a Magnolia, ma qui ai singoli drammi che si sovrappongono è stato aggiunto un elemento thriller che porta la tensione necessaria, e mette le relazioni umane sotto una luce diversa, conferendo al film una piacevole stratificazione. L’ambientazione afosa di Sydney e dei sobborghi, insieme a parti della selvaggia boscaglia australiana, è ideale per i personaggi che compongono questo intrigante puzzle e per le tensioni reciproche.

Sotto un fitto arbusto di Lantana, viene trovata una scarpa, appartenente a una donna scomparsa. L’affascinante mistero del giallo inizia però a svolgersi solo dopo la prima metà del film. A quel punto ci sono stati presentati undici personaggi principali, un accumulo di vite interconnesse in un angolo della periferia di Sydney. C’è il detective Leon, che ha raggiunto la mezz’età e combatte la solitudine affettiva con Jane, una donna che ha conosciuto a un corso di danza che frequenta insieme alla moglie Sonja. Sonja, a sua volta, è infelice anche se non lo dà a vedere, e all’insaputa di Leon va da una terapista, Valerie, il cui matrimonio col marito John si è raffreddato dopo la morte della loro figlioletta.

Ma Jane, che si è da poco separata dal marito Pete, ancora speranzoso di poter tornare insieme, oltre a intraprendere una relazione sessuale con Leon, flirta con il vicino di casa Nick, cosa che sua moglie Paula vede di buon occhio, considerandola solo una giocosa amicizia. A questo già fitto intreccio di personaggi si aggiunge Patrick, un paziente della psichiatra di Jane, che è in terapia per affrontare la propria omosessualità, e Valerie sospetta che possa avere una relazione con suo marito John.  

Il personaggio principale, che in qualche modo fa da filo conduttore della storia è Leon, il detective che con le sue indagini metterà in collegamento i vari personaggi. La sua relazione con Jane, invece di riempire il suo vuoto emotivo e dargli sollievo dalla pressione della sua quotidianità, peggiora entrambi al punto che il poliziotto agisce in modo sempre più impulsivo e brutale. I già fragili rapporti tra i vari personaggi iniziano a degenerare in modo impercettibile ma inarrestabile, scatenando una reazione a catena dalla quale nessuno può sfuggire. Quando una notte uno di loro scompare, i legami inspiegabili che li legano stringono la morsa e le loro storie apparentemente sconnesse si fondono in una sola.

Potrebbe sembrare un progetto eccessivamente ambizioso far sì che così tante storie diverse funzionino come una narrazione unica, invece il film si rivela un dramma ben costruito e sobrio che attinge elementi da più di un genere, per produrre un insieme avvincente. Il merito è di una sceneggiatura raffinata, dove i singoli dialoghi sono studiati parola per parola ma rimangono realistici, e naturalmente deve molto anche a un gruppo di attori di qualità, che con le loro intense interpretazioni caratterizzano i personaggi in maniera profondamente concreta.  A questo si aggiunge una regia per nulla invasiva che si concentra su sguardi e primi piani per cogliere le emozioni dei personaggi, anche attraverso un uso efficace della luce naturale.

La prima parte del film non è particolarmente veloce né ricca di azione, ma è comunque molto affascinante perché presenta i personaggi nella loro umanità, piena di dubbi e contraddizioni. Siamo lontani dal noioso mondo hollywoodiano, popolato di figure nette e prive di incoerenze, ma così poco realistiche. La cosa più bella di questa pellicola è proprio il realismo dei suoi protagonisti, così umani con i loro difetti e le loro ombre da sembrare veri. Originale e tutt’altro che scontato o artificioso è anche il finale, anzi tutti i finali, perché ogni storia ha il suo, e non tutti finiscono egualmente bene, proprio come accade nella vita.

Qualcuno ha la fortuna di riscoprire l’amore, qualcun altro è lasciato irrimediabilmente solo. Non è giusto, forse, ma è realistico e credibile. Le coincidenze nell’intreccio delle varie storie sono forse un po’ inverosimili, ma è davvero importante? È chiaro che Lantana rimane un film, ma le leggi del cinema sono state utilizzate in modo ottimale per creare una storia sorprendente e commovente. La sceneggiatura dalle molteplici sfaccettature è adattata da Andrew Bovell dalla sua opera teatrale Speaking in Tongues, ed è scritta in modo scarno ma vivace, con un’intelligente scelta di parole dal grande potere espressivo.

E pur essendo tratto da un’opera teatrale, non sembra mai, neppure per un attimo, uno spettacolo teatrale filmato, ma anzi è un’esperienza molto cinematografica.  L’azione si sviluppa in un’ampia varietà di luoghi evocativi, e le conversazioni chiave hanno luogo ai tavoli, nei giardini, sulla porta di casa e dentro le auto, tutti luoghi apparentemente comuni il cui significato non viene realmente compreso se non in seguito. I dettagli e la stratificazione della trama sono molto più complessi di quanto sembri a prima vista, perché tutti i momenti apparentemente non legati alla storia si rivelano rilevanti in un secondo momento. Ma chi pensa che Lantana sia un thriller tradizionale potrebbe rimanere deluso.

Sorprendentemente, l’indagine sulla scomparsa non sembra mai così importante come il dramma umano, e la spiegazione di ciò che è realmente accaduto risulta in qualche modo semplice. In altre parole, questo non è un giallo e lo spettatore non deve impegnarsi in frenetiche congetture. Lantana inizia come un semplice dramma di personaggi, ma man mano che le coincidenze e le interrelazioni tra i personaggi si accumulano, ci si rende conto che una sola visione non sarà sufficiente. È un film che impressiona profondamente la prima volta, poi migliora a ogni visione, perché affiorano sempre più dettagli sotto la superficie, che aumentano la brillantezza del dramma principale.

Sicuramente non un film per tutti, assimilabile forse ad America oggi di Altman, Lantana diventa un capolavoro che difficilmente può essere paragonato a qualsiasi altra cosa. Un neo noir australiano che mostra a Hollywood dove si può arrivare senza alcuno sforzo con una manciata di attori eccellenti e una sceneggiatura ben scritta.

15 pensieri riguardo “Lantana (2001)

  1. certo però che leggere le tue prime righe è stato come leggere un riassuntone di Beautiful xD

    il film non lo conoscevo, ma se dici che fila tutto deve esserci un bel lavoro di sceneggiatura

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