Under suspicion (2000)

Questa recensione è affettuosamente dedicata a Celia e Coule la vie, che parlando di questo film me lo hanno ricordato.

Un thriller claustrofobico, originale e decisamente interessante, sorretto dalla recitazione degli interpreti più che dalla trama. La costruzione della storia, che prende vita attraverso flashback ben inseriti nella struttura narrativa, passa in secondo piano di fronte al duello di bravura tra i due protagonisti, Freeman e Hackman, a cui la sceneggiatura offre infinite possibilità. Sono i dialoghi serrati e la recitazione non verbale che trascinano il film e lo rendono così affascinante.

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Piume di struzzo (1996)

È difficile parlare di questo film senza urtare la sensibilità di qualcuno. Ed è un peccato, perché al di là di ogni altra considerazione, il film è una commedia ironica e divertente, che se analizzata senza pregiudizi, appare anche meno superficiale di quanto potrebbe apparire a prima vista. Certo è un film che ironizza sui gay in modo forse irrispettoso, ma che in fondo vuole colpire soprattutto quel bigottismo morale fatto di apparenze, contro cui si schierano da sempre le rivendicazioni di libertà sessuale di ogni tipo e di ogni epoca.

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Conflitto di classe (1991)

Originale film processuale, che nella struttura può ricordare uno dei tanti romanzi di Grisham, anche se i siparietti familiari si aggiungono alla vicenda legale. Due avvocati di grido si trovano contrapposti nella causa tra una multinazionale che produce auto e le vittime di un modello difettoso, che ha avuto la cattiva idea di esplodere. Fin qui niente di nuovo sotto il sole. La singolarità del film sta nel fatto che i due avvocati, rivali in tribunale e nella vita privata, sono padre e figlia, divisi dalle rispettive idee politiche e da questioni familiari mai risolte.

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