Will Hunting – Genio ribelle (1997)

Un messaggio non originale, ma rinnovato nella forma, quello di questa storia scritta a quattro mani da Matt Damon e Ben Affleck, giustamente premiata con l’Oscar. Ma una buona sceneggiatura da sola non basta a fare un buon film, invece Will Hunting riesce ad affascinare dall’inizio alla fine, merito degli attori che si calano nei personaggi e interagiscono tra loro in maniera naturale, con una chimica che non si vede spesso, e merito anche di una regia che sa assecondarli senza forzature, accompagnando la storia nei momenti più drammatici e in quelli più divertenti, sempre con il ritmo giusto.

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I guardiani del destino (2011)

Titolo italiano affascinante, se si pensa che il film è tratto da un racconto di Philip K. Dick che si intitola Squadra riparazioni, da cui il regista e sceneggiatore George Nolfi ha preso l’idea di base: nessuno ha il controllo sul corso della propria vita, ma il destino di ognuno è determinato da un non meglio specificato potere superiore, ed è predeterminato in anticipo. Una squadra di controllori tiene d’occhio la Terra per assicurarsi che nessuno stia sfidando il destino, rischiando di modificarlo. A questo tema, già di per sé sostanzioso, Nolfi aggiunge una storia d’amore coinvolgente e una riflessione sociologica su politica e mass media.

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L’uomo della pioggia (1997)

Da non confondere con l’omonimo e più conosciuto Rain man, questo film è tratto da un romanzo di Grisham, che sappiamo essere una sicurezza in materia di gialli giudiziari. Mentre il titolo del film con Dustin Hoffman e Tom Cruise, Rain man, derivava dalla storpiatura del nome del protagonista (Raymond), il titolo di questa pellicola, Rainmaker, viene dal gergo legale americano: l’uomo della pioggia in uno studio legale è il socio capace di portare grossi guadagni, una specie di uomo della Provvidenza.

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