La grande fuga (1963)

Basato sul romanzo autobiografico di Paul Brickhill, il film è un’emozionante avventura ambientata in un campo di prigionia, durante la seconda guerra mondiale. Il titolo sembra dire tutto, ma in realtà rende solo vagamente l’idea di quello che viene mostrato nelle quasi tre ore del film: imprevisti di ogni genere, suspense, umorismo ma anche dramma, e naturalmente uomini duri dal carattere nobile. Anche se la storia è vera, almeno in parte, molte sono le libertà che si prende Hollywood nel metterla in scena. Tanto per cominciare, sebbene i prigionieri della storia originale fossero per lo più ufficiali britannici della Royal Air Force, i produttori hanno aggiunto un certo numero di americani al cast, per rendere il film più attraente per il pubblico americano. E il regista John Sturges non poteva mancare di richiamare Steve McQueen, con cui aveva già lavorato tre anni prima ne I magnifici sette.

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L’uomo che fuggì dal futuro (1971)

Chi identifica George Lucas con la saga di Guerre Stellari forse ignora, soprattutto se molto giovane, questo meraviglioso gioiellino che di Lucas segna gli esordi. Sempre fantascienza, ma di ben altro tipo, sicuramente molto meno remunerativa, ma di un livello decisamente superiore. L’amico zipgong, a cui questa recensione è dedicata, mi ha fatto notare che quest’anno è il cinquantennale dell’uscita del film, e non se n’è parlato da nessuna parte, men che meno ne è stata riproposta la visione. Così ho deciso di parlarne io, molto modestamente, anche se non è facile farlo, soprattutto in questo periodo.

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