Assassinio sul Nilo (2022)

Branagh si misura di nuovo con un capolavoro di Agatha Christie e lo fa girando il remake di un film che nel 1978 aveva messo in scena il romanzo Poirot sul Nilo con estrema eleganza, e un cast più che notevole, anche se non leggendario come era stato quello di Assassinio sull’Orient Express di Lumet. Anche questa volta, quindi, Branagh chiama al confronto, e lo fa con la sfrontatezza di chi si sente superiore. Tanto da apportare modifiche significative al romanzo originale, togliendo e aggiungendo personaggi, e addirittura inserendo un incipit inesistente.

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Assassinio sull’Orient Express (2017)

Remake del film di Lumet del 1974, ne riprende ovviamente la trama, ma con alcune sostanziali differenze, come per esempio il ruolo dei personaggi, l’inizio della storia e anche la sua conclusione. Sono passati 43 anni tra i due film e si sentono tutti, ma non sempre a discapito del primo. Il secondo è decisamente più moderno nella messa in scena, dinamico e arricchito da effetti speciali. Branagh cerca anche di attualizzare in qualche modo la vicenda, inserendo temi come il razzismo e l’ambiguità morale della giustizia, e si permette pure di modificare il finale scritto dall’autrice e di reinventare il personaggio di Poirot.

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Assassinio sull’Orient Express (1974)

Questo film è universalmente considerato uno dei miglior adattamenti cinematografici del romanzo di Agatha Christie. Diretta da Sidney Lumet, famoso per la cura dei particolari e l’attenzione alle sfumature, oltre che per la precisione e l’assoluta fedeltà ai testi originali, la pellicola si avvale di un cast straordinario, scelto accuratamente per dare vita nel modo migliore ai personaggi della Christie.

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Swing kids (1993)

Il film disegna un ritratto amaro e realistico della Germania nazista di Hitler attraverso gli occhi di un gruppo di giovani ribelli, gli Swing Kids, accomunati dalla passione per la musica scatenata proveniente dall’America; mentre loro amano suonarla, ascoltarla e ballare sul suo ritmo travolgente, il governo ne vieta la diffusione per l’origine ebraica ed afroamericana degli artisti che la producono.

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Nel bel mezzo di un gelido inverno (1995)

Un piccolo gioiello, questo film di Branagh, purtroppo scomparso dagli schermi dopo una breve apparizione sulla tv satellitare ai tempi di Telepiù. E come di altri film molto validi, non esiste nemmeno la versione in DVD. Ma se avete la fortuna di imbattervi nella sua programmazione, magari a tarda notte su qualche canale del digitale terrestre, non perdetelo, soprattutto se amate Shakespeare e il teatro.
Sulla falsariga di Rumori fuori scena, anche questo film porta il teatro sullo schermo, ed è il teatro per antonomasia, quello che batte nel cuore di ogni aspirante attore degno di questo nome.

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Hamlet (1996)

Grandiosa trasposizione della tragedia shakespeariana in cui tutto è maestoso e colossale, quasi come l’ego del regista. Fastose l’ambientazione e la scenografia, barocca, luccicante, già di per sé imponente, ma ancor più aumentata dalla presenza di specchi che ne moltiplicano luce e profondità; enorme il numero delle comparse, che rendono la scena del matrimonio tra i due amanti monumentale, più adatta all’incoronazione di un imperatore che alle nozze di una regina, vedova da poco; incredibile la serie di grandissimi attori, scelti anche per i ruoli minori, tra cui Billy Crystal nella parte del becchino, Robin Williams in quella di Osric, Rufus Sewell per Fortebraccio e persino comparse di gran lusso come Lemmon, Depardieu, Charlton Heston, Timothy Spall, Sir Gielgud e Judi Dench.

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Othello (1995)

Otello è una delle tragedie di Shakespeare che amo di più, per la carica emozionale dei personaggi, così ben delineati nei difetti come nelle virtù, incastonati nella trama in modo da avere ognuno un proprio ruolo ben preciso, tanto tragico quanto ineluttabile, e così profondamente umano. Questa versione cinematografica mostra rispetto per l’originale ed è una messa in scena più che dignitosa, senza inutili orpelli o eccessivi fronzoli. Eppure risulta un insieme spettacolare, che non solo non annoia lo spettatore, ma lo coinvolge emotivamente per tutte le due ore della sua durata.

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Molto rumore per nulla (1993)

Branagh ha un amore viscerale per Shakespeare e questo si riflette in ogni suo adattamento delle opere del bardo, ma soprattutto in questa versione allegra e dotata di una freschezza leggiadra e spensierata. Una storia dal tono scherzoso, caratterizzata da una serie di inganni, alcuni a fin di bene, altri più malevoli, che conferiscono all’insieme un tono tragicomico. Il film riprende di pari passo l’originale shakespeariano, rispettandone i tempi drammatici e il significato del testo.

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L’altro delitto (1991)

Una delle prime regie di Branagh è un giallo insolito e ricco di mistero, un affascinante gioco di specchi tra passato e presente, con un incipit folgorante. Oltre che curarne la regia, prende per sé il ruolo di protagonista, insieme a Emma Thompson, allora sua compagna di vita: doppio ruolo per entrambi in una storia intrigante di amore e morte, con sfumature sovrannaturali molto ben dosate.

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