Bulli e pupe (1955)

Questo adattamento cinematografico dello spettacolo omonimo di Broadway, schizza fuori dallo schermo, e non solo per i balli e le canzoni di Sinatra e Brando. Il canto, la musica, i costumi e l’ambientazione, in breve, l’intera atmosfera, riporta a un tempo nostalgico caratterizzato dallo spettacolo con la S maiuscola. Una storia semplice, quasi banale, come erano spesso i musical degli anni ’50, in cui la trama era solo una scusa per cantare e per ballare.

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Eva contro Eva (1950)

Il mondo dello spettacolo, nella fattispecie il teatro, visto da dietro le quinte, per svelare cosa si nasconde dietro il successo e mettere a nudo le lotte, le rivalità, le amarezze e le astuzie di chi vuole arrivare a qualunque costo. Un film squisitamente femminile che si addentra nei meandri della competizione più spietata, nascosta dietro le luci dei riflettori. Il titolo non è un caso: si rifà chiaramente al nome di una delle protagoniste, ma allude in generale ad uno scontro tra donne.

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Lettera a tre mogli (1949)

Mankiewicz è famoso per aver scritto la maggior parte delle sceneggiature dei film che ha diretto, e una volta ha detto in un intervista che ogni sceneggiatore dovrebbe dirigere mentalmente i film che scrive. A vedere le sue opere gli si dĂ  ragione. Con questa pellicola vinse il premio Oscar per la regia e per la miglior sceneggiatura, record che bissò l’anno seguente con Eva contro Eva.  Il suo stile di scrittura, sobrio ed elegante, si esprime in una regia altrettanto raffinata, che invita alla massima complicitĂ  con lo spettatore. Il film ha una trama esile e molto semplice, ma il regista riesce a renderla avvincente quanto un thriller, e lo fa sfruttando un personaggio che non viene mai mostrato, ma che diventa una presenza piĂą che ingombrante: è solo una voce fuori campo che racconta, critica e commenta, le vite delle tre protagoniste, ma ha il potere di cambiarle per sempre.

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