I segreti di Filadelfia (1959)

Uno dei ruoli più convenzionali di Newman, ma anche uno dei maggiori successi commerciali nella prima fase della sua carriera. È strano come un film che all’epoca ha ricevuto molta pubblicità e suscitato polemiche, sia poi stato praticamente dimenticato. Le polemiche erano incentrate sul fatto che il romanzo originale di Richard Powell fosse stato maltrattato nel suo adattamento cinematografico. La maggior parte dei critici che avevano effettivamente letto il libro, concordavano sul fatto che la versione cinematografica, nonostante la sua lunga durata, fosse solo un’ombra pallida e annacquata del romanzo, che non riusciva a rendere efficacemente nessuna delle questioni sociali sollevate da Powell.

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L’inferno di cristallo (1974)

È uno dei più bei film di genere catastrofico, diventato un modello per tanti altri che lo hanno seguito, uno per tutti Trappola di cristallo, che ne riprende anche il titolo italiano. Le caratteristiche del genere ci sono tutte: un cast di grandi attori, alcuni dei quali al tramonto, un gruppo di persone intrappolate in uno spazio angusto che lottano per la sopravvivenza, alcuni eroi intrepidi pronti a sacrificarsi per il bene comune e la denuncia del cinismo di chi ha messo a rischio delle vite umane per profitto. A questo si aggiunge qualche storia romantica, per farci trepidare un po’ di più, e naturalmente scene spettacolari di grande impatto. Gli ingredienti sono quasi sempre questi, ma non sempre la ciambella riesce bene. In questo caso il risultato è ottimo: non solo un grande successo commerciale, ma un film di pregevole fattura, che ancora oggi si guarda con piacere.

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Bullitt (1968)

Questo primo film diretto da Peter Yates in America, è stato uno dei titoli che ha contribuito a creare la leggenda di Steve McQueen. Un poliziesco con sfumature noir, caratterizzato da una sceneggiatura molto stringata e da scene d’azione che sono rimaste negli annali del cinema, in particolare un incredibile inseguimento di circa dieci minuti girato dal vivo, sulle strade di San Francisco, che fa impallidire le corse sfrenate di Fast and Furious. La trama non è spettacolare, anzi è quasi banale nella sua semplicità, tuttavia il film è speciale. Tanto che diventa il prototipo di tutta una serie di polizieschi che da esso trarranno ispirazione, come Il braccio violento della legge o la serie dell’ispettore Callaghan.

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I magnifici sette (1960)

Ho già parlato della mia passione per il western, e I magnifici sette è un classico imperdibile. In realtà nasce come omaggio a I sette samurai di Akira Kurosawa, ma preferisco parlarne come film a sé stante, anche perché le differenze rispetto all’originale, ambientato nel Giappone del 1500 e intriso del fascino della cultura nipponica, non giocano a favore del film di Sturges, in cui la storia si sposta nelle praterie del west e si qualifica chiaramente come puro intrattenimento. Le affinità tra i due film si fermano alla linea generale della trama, con i cambiamenti necessari per mantenerla credibile in un contesto culturale diverso.

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