È uno dei pochi film sul baseball a far vedere pochissimo baseball. Nessuna partita è rappresentata per intero, non ci sono montaggi entusiasmanti di squadre che lottano per la vittoria, e non c’è alcuna esaltazione romantica di questo sport. Il che per noi, che non siamo pratici di questo affascinante gioco, è decisamente un bene. Eppure il film pretende di raccontare la storia vera di Jimmy Piersall, un grande giocatore di baseball vittima di un crollo nervoso, e affronta apertamente la pressione psicologica che deriva dall’essere una star dello sport.
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Un tram che si chiama desiderio (1951)
Il titolo di questo capolavoro, tratto dall’opera omonima di Tennessee Williams, prende il nome dal mezzo che conduce la protagonista a New Orleans, ma è anche una metafora di quei desideri nascosti e impetuosi che travolgono tutti i protagonisti della vicenda. E’ una storia di dolore e di violenza, di sentimenti fortissimi ma anche repressi in profondità, di attrazione e repulsione, di desiderio e rifiuto al tempo stesso.
Continua a leggere “Un tram che si chiama desiderio (1951)”Fronte del porto (1954)
Elia Kazan è stato uno dei membri più autorevoli dell’élite di Hollywood che è apparso davanti alla commissione McCarthy negli anni ’50, dietro la cui pressione fece numerosi nomi di attori, registi e sceneggiatori che avevano avuto un passato da simpatizzanti di sinistra.
A seguito della sua soffiata, molti dei colleghi si ritrovarono la carriera finita o addirittura la vita rovinata, e nell’ambiente cinematografico il suo comportamento fu fortemente criticato. Questo film, realizzato poco dopo, può essere visto come la risposta artistica più o meno velata di Kazan, emarginato dal mondo del cinema a causa delle sue denunce. E non per niente i temi principali sono la morale, la coscienza e il tradimento.
Io confesso (1953)
Considerata uno dei film minori di Hitchcock, questa pellicola arrivò dopo una serie di grandi successi del regista, l’ultimo in ordine di tempo, L’altro uomo, di appena due anni prima. Il film non incontrò il favore del pubblico, secondo alcuni per la recitazione un po’ rigida di Montgomery Clift. In realtà la storia era molto intrigante, non solo per gli aspetti religiosi della vicenda, quanto per il concetto di senso di colpa e la tensione magistralmente creata intorno ad un protagonista innocente che non può discolparsi.
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