Tootsie (1982)

Dopo una serie di ruoli drammatici indimenticabili, tra il successo di Kramer contro Kramer e il trionfo di Rain man, Dustin Hoffman tenta la via della commedia e dimostra di avere anche un irresistibile talento comico. Chi non ha visto Tootsie, potrebbe pensare che sia solo una delle tante stupide commedie degli anni ’80, e bisogna ammettere che vedere Hoffman vestito da donna, che non ingannerebbe neppure un non vedente in una notte senza luna, qualche dubbio può farlo insorgere. Tuttavia, sorvolando sulle apparenze, che neppure un grande come Billy Wilder aveva curato troppo nel trasformare Jack Lemmon e Tony Curtis in donne, il film diventa apprezzabilissimo per una sceneggiatura intelligente e accurata, che compensa ampiamente la stupidità dell’espediente iniziale.

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SOS Fantasmi (1988)

Canto di Natale di Dickens è sicuramente una delle più belle storie natalizie, e proprio per questo il cinema lo ha rielaborato negli anni, realizzandone tantissime versioni, alcune più fedeli all’originale, altre modernizzate o liberamente ispirate, altre ancora realizzate con pupazzi o a cartoni animati. Questo film non fa eccezione e nonostante sia considerato una versione “minore” del capolavoro di Dickens, rimane abbastanza fedele all’originale, anche se la storia è ambientata ai giorni nostri e il regista si è preso qualche libertà.

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Tutte le manie di Bob (1991)

Dopo il successo di tre anni prima con Due figli di…, Frank Oz ci riprova con Tutte le manie di Bob, una divertente commedia basata su una coppia di protagonisti che si rompono le scatole a vicenda. Anzi, per essere esatti, è uno dei due che importuna con insistenza l’altro, rovinandogli le ferie con la famiglia. Il Bob del titolo è un paziente ipocondriaco con tutte le fobie possibili più una, che si trova improvvisamente senza il suo psichiatra e viene spedito come un pacco postale ad un collega, che non ha modo di rifiutarlo.

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Lost in translation (2003)

Una commedia romantica moderna, una bellissima storia d’amore, semplice ma profondo, di quello che si costruisce lentamente, con la conoscenza reciproca, non necessariamente carnale, ma proprio per questo più vera. Due persone diversissime per età ed esperienze di vita, che si incontrano e si completano a vicenda, scoprendo il piacere della reciproca compagnia.

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St. Vincent (2014)

Bill Murray è un attore molto versatile, che personalmente adoro, perché ha sempre saputo interpretare personaggi diversissimi, lasciando in ognuno di loro un pezzettino della sua personalità esuberante e completandone i ritratti con un pizzico di malinconia, che non è mai tristezza. È passato dal cacciatore di fantasmi pasticcione al burbero meteorologo misantropo, per raggiungere la massima intensità nell’anima persa di Lost in Translation, che gli è valsa la nomination all’Oscar. In St. Vincent interpreta di nuovo un misantropo, solitario e scorbutico, ma con l’aggravante della vecchiaia, che lo rende ancora meno predisposto a sopportare il prossimo.

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Ricomincio da capo (1993)

Forse pochi lo sanno ma questo film è il prototipo di tutta una serie di altre pellicole che hanno sfruttato il loop temporale, e non parlo tanto di film fantascientifici, in cui déjà vu e viaggi temporali sono di casa da sempre, ma di diverse commedie sentimentali, natalizie e adolescenziali, anche italiane, in cui l’idea centrale, più o meno intelligentemente sfruttata, è proprio la ripetizione all’infinito di una giornata particolare, che si ripresenta sempre uguale, o con impercettibili variazioni.

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