Unthinkable (2010)

Fino a dove vi spingereste per proteggere il vostro Paese? Il sottotitolo italiano dice già tutto, condensando in una frase la trama e il significato di questo film. Un terrorista americano, convertito all’Islam, ha piazzato tre ordigni nucleari in tre diverse città e, una volta catturato, il problema sarà farlo parlare. Fino a che punto è lecito arrivare per evitare il disastro? La risposta è un thriller psicologico in cui la tensione è serratissima, e la violenza a tratti insostenibile.

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Suspect Zero (2004)

Per chi come me ama i thriller, questo film è una vera chicca, perché nonostante si sia visto, rivisto e stravisto di tutto e di più sui serial killer, questa pellicola riesce a dire ancora qualcosa di nuovo, e lo fa in maniera intelligente e originale. E’ stato accusato, in parte a ragione, di essere un po’ troppo contorto, e in effetti la trama non è di immediata lettura, ma sono proprio le contorsioni della sceneggiatura a renderla interessante e singolare.

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Chocolat (2000)

Un film che inizia con “C’era una volta”, non può che essere una favola, una vicenda suggestiva raccontata in chiave simbolica, dove nessun personaggio è casuale, ma ognuno ha la sua caratterizzazione e il suo perché. Alla regia c’è quel Lasse Hallström che si è dimostrato un maestro di rara sensibilità nel dirigere pellicole come Buon compleanno Mr. Grape e Le regole della casa del sidro. Anche questa volta parte da un romanzo e lo traduce in immagini, dando vita ai personaggi con un attento approfondimento psicologico e dimostrando la propria particolare capacità di rappresentare situazioni ed emozioni attraverso lo studio dei dettagli e la ricostruzione degli ambienti.

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