Eva contro Eva (1950)

Il mondo dello spettacolo, nella fattispecie il teatro, visto da dietro le quinte, per svelare cosa si nasconde dietro il successo e mettere a nudo le lotte, le rivalità, le amarezze e le astuzie di chi vuole arrivare a qualunque costo. Un film squisitamente femminile che si addentra nei meandri della competizione più spietata, nascosta dietro le luci dei riflettori. Il titolo non è un caso: si rifà chiaramente al nome di una delle protagoniste, ma allude in generale ad uno scontro tra donne.

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Lettera a tre mogli (1949)

Mankiewicz è famoso per aver scritto la maggior parte delle sceneggiature dei film che ha diretto, e una volta ha detto in un intervista che ogni sceneggiatore dovrebbe dirigere mentalmente i film che scrive. A vedere le sue opere gli si dà ragione. Con questa pellicola vinse il premio Oscar per la regia e per la miglior sceneggiatura, record che bissò l’anno seguente con Eva contro Eva.  Il suo stile di scrittura, sobrio ed elegante, si esprime in una regia altrettanto raffinata, che invita alla massima complicità con lo spettatore. Il film ha una trama esile e molto semplice, ma il regista riesce a renderla avvincente quanto un thriller, e lo fa sfruttando un personaggio che non viene mai mostrato, ma che diventa una presenza più che ingombrante: è solo una voce fuori campo che racconta, critica e commenta, le vite delle tre protagoniste, ma ha il potere di cambiarle per sempre.

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Gli spostati (1961)

Film crepuscolare per eccellenza, condannato ad essere caratterizzato da una sfumatura di tragedia, fu una produzione tutt’altro che facile. I tre protagonisti erano tutti in un momento difficile della propria vita e questo ha contribuito probabilmente a quel senso di malinconia che pervade tutta la pellicola.

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La finestra sul cortile (1954)

L’origine di questo capolavoro va cercata in un racconto di sole 30 pagine, pubblicato 10 anni prima dal celebre giallista Cornell Woolrich, lo stesso autore da cui attinse Truffaut per La sposa in nero e La mia droga si chiama Julie. Hitchcock chiamò ad integrare la storia, forse troppo breve, lo sceneggiatore John Michael Hayes, con cui avrebbe poi collaborato di nuovo per Caccia al ladro, L’uomo che sapeva troppo e La congiura degli innocenti.

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