America oggi (1993)

Liberamente ispirato a nove racconti e una poesia di Raymond Carver, America oggi è un viaggio nella Los Angeles degli anni ’90, un affresco intimo in cui i destini contrastanti di 22 personaggi affrontano drammi, emozioni, piaceri, sorprese e pericoli della vita quotidiana. All’inizio del film, mentre scorrono i titoli di testa, uno strano balletto di elicotteri, che scarica un insetticida, ci informa che è in corso una guerra contro il moscerino della frutta. Nello stesso tempo, l’attenzione si concentra su alcuni personaggi che assistono a un concerto, ascoltano una cantante e guardano uno spettacolo televisivo. Quasi senza parole, attraverso un gioco di collegamenti visivi, Altman crea un legame tra questi volti che gradualmente diventeranno familiari e capiremo cosa li unisce seguendo le loro storie. Alla fine del film, è un terremoto che riunirà di nuovo i protagonisti.

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Che mi dici di Willy? (1989)

Siamo di fronte alla prima cruda rappresentazione sul grande schermo della piaga chiamata AIDS. Quattro anni prima la televisione ne aveva parlato in maniera un po’ più edulcorata nel tv movie Una gelata precoce, ma la pellicola in questione ha il merito di aver affrontato la malattia come un problema sociale di vaste dimensioni, e non come la tragedia personale di un solo protagonista. Poi arriverà quel capolavoro che è Philadelphia, e avrà un’altra risonanza, grazie anche al richiamo di regista e attori più conosciuti, ma questo è il primo film in cui l’AIDS è davvero protagonista. Tra l’altro il titolo italiano può trarre in inganno, perché fa pensare che si tratti solo della storia di Willy, mentre il titolo originale, Longtime companion, è molto più efficace e significativo: quella era infatti l’espressione usata nei necrologi per indicare i compagni delle vittime dell’AIDS.

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