Inserire questa pellicola in un genere non è solo difficile, ma è anche riduttivo. Chiaramente siamo di fronte a un dramma, ma i temi affrontati sono molteplici e universali, dai pregiudizi del razzismo all’importanza dell’apparenza nella società , fino al difficile equilibrio fra affettività ed egoismo, e tra ambizione e infelicità . Il regista è quel Douglas Sirk, che ha firmato alcuni dei più bei melodrammi del cinema americano, da Magnifica ossessione a Come le foglie al vento, fino a Il trapezio della vita e poi questo film, con cui si ritira dalla regia e da Hollywood, trasferendosi in Europa.
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