Neverwas – La favola che non c’era (2005)

Mi è capitato spesso di parlare di piccoli film, fuori dai circuiti della grossa distribuzione, perché sono fondamentalmente curiosa, mi piace guardare un po’ di tutto, in particolare quello che viene passato sotto silenzio dai critici. Se la trama o il cast mi attirano e mi incuriosiscono, voglio vedere il film e farmene un mio giudizio. Così spesso sul blog qualcuno mi dice “Mai sentito!” oppure spiritosamente mi chiedono “Ma l’hai visto solo tu?”, e a volte ho finito per crederlo anch’io.

Questo è uno di quei casi: il titolo mi ha incuriosito, la trama era intrigante e il cast interessante, così ho deciso che meritava una visione. Non è un capolavoro, lo dico subito, e capisco che nelle sale non abbia sfondato, perché è un film atipico, una storia che sembra non sappia decidersi su quale strada percorrere. E’ un film delicato e violento al tempo stesso, una storia di follia, gioia e depressione, realtà e fantasia; una favola che tenta di sconfinare nel fantasy, ma rimane ancorata ad una tristissima realtà. Chi è andato a vederlo pensando alle cronache di Narnia, è rimasto sicuramente deluso, come chi ha cercato in Ian McKellen gli echi di Gandalf.

In realtà il titolo dice già tutto: la favola che non c’era. Si parla proprio di una favola che è realtà, e di una realtà che diventa favola. Aaron Eckart è il dottor Riley che lascia la cattedra di psichiatria all’università per esercitare presso la clinica Millwood, dove anni prima era stato ricoverato il padre, suicidatosi senza ricevere l’aiuto necessario alla sua malattia. La sua intenzione è proprio offrire ai pazienti un trattamento migliore di quello ricevuto dal padre. Questi era diventato famoso per aver scritto un libro per bambini, dal titolo Neverwas, e Riley scopre che tra i pazienti ricoverati a Millwood ce n’è uno in particolare che sembra sapere molto della storia narrata dal padre.

Parlando con il vecchio, lo psichiatra scoprirà segreti della vita del padre che non aveva mai potuto conoscere e si renderà conto di aver avuto un ruolo fondamentale nella storia creata dal padre. Che forse non è del tutto frutto della sua fantasia. A me è sembrata una storia affascinante e mi ha incuriosito.

Se a questo si aggiunge un cast di ottimo livello che comprende, oltre a Eckart, Ian McKellen, William Hurt, Jessica Lange, Brittany Murphy, Nick Nolte, Alan Cumming e Vera Farmiga, risulta difficile comprendere il rifiuto da parte della critica. Naturalmente Neverwas è tutt’altro che un film rivolto ad un vasto pubblico. Ma non è incomprensibile, né all’avanguardia, né tantomeno infantile, e anche l’attributo opaco, con il quale è stato bollato da una famosa rivista di cinema, trovo che sia fuori posto.

Questa pellicola non solo mantiene le promesse, ma brilla per le favolose prove di recitazione, e la storia prende vita attraverso personaggi veri, disegnati con amore, raggiungendo anche una profondità tematica, che va oltre il normale film di intrattenimento. Forse il problema è che non può essere classificato in un solo genere e questo spesso mette in difficoltà i critici e a volte anche il pubblico. Non è di sicuro un film per bambini, anche se richiama il tema della favola, e non è nemmeno un fantasy, perché manca l’elemento magico o fantastico.

E’ la storia di un bambino ossessionato da un passato con cui non riesce a venire a patti, neanche da adulto. E’ un po’ racconto di formazione, un po’ indagine psicologica, un incontro poetico tra realtà e fantasia con qualche momento noioso, lo ammetto, e anche una parentesi romantica, di cui francamente si poteva fare a meno. Ma se si considera che è un film di debutto del regista, autore anche della sceneggiatura, certamente non è male.

In gran parte il risultato è dovuto all’elegante fotografia di Michael Grady: i colori scintillanti e autunnali conferiscono al film un aspetto impressionante e caldo, mentre le fantasie magiche e sognanti aiutano a superare i momenti meno vivaci. La struttura della storia, che utilizza regolarmente i flashback, aggiunge fascino all’insieme e le musiche di Philip Glass completano il quadro.
Rimane comunque un film di qualità, che vale almeno una visione.

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25 pensieri riguardo “Neverwas – La favola che non c’era (2005)

  1. Ovviamente per me è un titolo mai sentito, ma se l’avessi sentito, credo che l’avrei guardato… e ora provo a capire dove posso ritrovarlo per guardarlo! 🙂

    Recentemente ho scoperto (su PRIME) un film che è tratto da un libro che avevo letto quasi trent’anni fa di Rona Jaffe (in italiano “Era solo un gioco”) e nel cast del film del 1982 (originale “Maze & Monsters” c’era un certo Tom Hanks)… a volte ci si stupisce, è vero!

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      1. No, ho visto il film per Vera Farmiga, su cui stavo preparando una pagina di multi-recensioni, ma ci fa solo una comparsata e avevo già abbastanza film. Però magari lo tratterò in uno speciale quando mi capiteranno altri film simili 😉

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