Acqua alla gola (1958)

Anne Baxter aveva interpretato la calcolatrice arrivista in Eva contro Eva, e lo aveva fatto con grande disinvoltura, quasi le venisse naturale la perfidia di quel personaggio. Era talmente malvagio quel ruolo che lo spettatore poteva solo desiderare la sua punizione. Otto anni dopo, la punizione arriva con questa pellicola. Acqua alla gola è un piccolo grande thriller che risente di influssi hitchcockiani, intriso di una suspense a tratti insostenibile, in un crescendo di dubbi e di domande senza risposta, che troveranno la giusta collocazione solo nel sorprendente e imprevedibile epilogo.

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Il filo del rasoio (1946)

Un film di due ore e mezza, incentrato su un protagonista che vaga dall’America all’Europa, fino all’Himalaya, alla ricerca del senso della vita, potrebbe apparire noioso. Invece è una pellicola avvincente, ricca di personaggi interessanti, molto ben delineati da un cast di prim’ordine. Tratto dal romanzo omonimo di Somerset Maugham, è una storia affascinante e coinvolgente, in cui si intrecciano le vicende di uomini e donne, toccati in vario modo dalla vita, e uniti da un unico filo conduttore che è il protagonista, alla costante ricerca di un significato da dare alla sua esistenza.

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Eva contro Eva (1950)

Il mondo dello spettacolo, nella fattispecie il teatro, visto da dietro le quinte, per svelare cosa si nasconde dietro il successo e mettere a nudo le lotte, le rivalità, le amarezze e le astuzie di chi vuole arrivare a qualunque costo. Un film squisitamente femminile che si addentra nei meandri della competizione più spietata, nascosta dietro le luci dei riflettori. Il titolo non è un caso: si rifà chiaramente al nome di una delle protagoniste, ma allude in generale ad uno scontro tra donne.

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Io confesso (1953)

Considerata uno dei film minori di Hitchcock, questa pellicola arrivò dopo una serie di grandi successi del regista, l’ultimo in ordine di tempo, L’altro uomo, di appena due anni prima. Il film non incontrò il favore del pubblico, secondo alcuni per la recitazione un po’ rigida di Montgomery Clift. In realtà la storia era molto intrigante, non solo per gli aspetti religiosi della vicenda, quanto per il concetto di senso di colpa e la tensione magistralmente creata intorno ad un protagonista innocente che non può discolparsi.

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