Gioventù bruciata (1955)

A distanza di quasi settant’anni questo classico ha ancora una sua modernità, che lo rende un capolavoro senza tempo. Sicuramente va giudicato nello spirito dell’epoca in cui è uscito, ma il suo messaggio si rivela ancora oggi straordinariamente attuale. Adolescenti inquieti, in conflitto con genitori assenti o troppo ansiosi, che non sanno responsabilizzare i figli e non fanno nessuno sforzo per capirli; giovani che hanno fretta di crescere e cercano il loro posto nel mondo, ma in questa ricerca sono lasciati a se stessi.

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La grande corsa (1965)

Blake Edwards, re della commedia brillante, dedica questa pellicola alla coppia comica per eccellenza, Laurel e Hardy, i nostri Stanlio e Ollio. E in effetti il film è un insieme di trovate comiche, brillanti e paradossali, che si ispira al genere slapstick, cioè a quella comicità elementare basata su gag semplici ed immediate. A questo si aggiunge una buona sceneggiatura e un cast vincente, oltre a una storia che offre più di uno spunto naturalmente comico.

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Splendore nell’erba (1961)

Ancora potente e dolorosamente poetico, a distanza di 60 anni esatti, rappresenta la miglior interpretazione di Natalie Wood, e l’attrice stessa ha attribuito questo straordinario risultato al lavoro fatto con Elia Kazan, che prima l’ha liberata dall’impiallacciatura hollywoodiana, e poi ha fatto emergere in superficie la sua sensibilità più nascosta. Questo le ha permesso di raggiungere un livello espressivo notevolissimo, di cui la Wood fu orgogliosa, anche se sfortunatamente, non le fu più richiesto di replicare.  

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