È una delle migliori prove di attore di Kirk Douglas, anche se all’epoca non fu un successo al botteghino. Uno dei film che hanno fatto la storia del cinema, anche se non ebbe vita facile, per il crudo realismo degli argomenti trattati, e perché il regista, Billy Wilder, fu accusato di avere un atteggiamento cinico e fuorviante verso la stampa. Il protagonista è sicuramente uno dei personaggi più spregevoli interpretati da Douglas, che supplicò fino alla fine il regista di ammorbidirlo, per renderlo più umano, ma Wilder non volle acconsentire. E il film ci ha sicuramente guadagnato, diventando nel tempo un vero cult.
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Orizzonti di gloria (1957)
E’ difficile parlare di un’opera d’arte come Orizzonti di gloria. Difficile perché si è già detto tutto, difficile perché è qualcosa di prezioso, che va maneggiato con cura, difficile perché si rischia di dire qualcosa di superfluo. Allora proverò un approccio diverso, tenterò un’analisi dei dettagli. Per comprendere meglio la portata di novità di questa pellicola, va detto che negli anni ’50 i film di guerra avevano quasi tutti un taglio patriottico, erano per lo più ambientati nella seconda guerra mondiale e i protagonisti erano spesso combattenti eroici e onorevoli, che non avevano dubbi sull’utilità della guerra e non vedevano l’ora di combattere per la salvezza della patria. Ma Kubrick fa qualcosa di completamente diverso, ci mette di fronte al lato più assurdo della guerra, firmando un film controverso che solo nel tempo è diventato un classico.
Continua a leggere “Orizzonti di gloria (1957)”Lettera a tre mogli (1949)
Mankiewicz è famoso per aver scritto la maggior parte delle sceneggiature dei film che ha diretto, e una volta ha detto in un intervista che ogni sceneggiatore dovrebbe dirigere mentalmente i film che scrive. A vedere le sue opere gli si dà ragione. Con questa pellicola vinse il premio Oscar per la regia e per la miglior sceneggiatura, record che bissò l’anno seguente con Eva contro Eva. Il suo stile di scrittura, sobrio ed elegante, si esprime in una regia altrettanto raffinata, che invita alla massima complicità con lo spettatore. Il film ha una trama esile e molto semplice, ma il regista riesce a renderla avvincente quanto un thriller, e lo fa sfruttando un personaggio che non viene mai mostrato, ma che diventa una presenza più che ingombrante: è solo una voce fuori campo che racconta, critica e commenta, le vite delle tre protagoniste, ma ha il potere di cambiarle per sempre.
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