Luis e gli alieni (2018)

Questo mese il nostro amico Buio ci parla di una produzione europea per famiglie, capace di coinvolgere sia i piccoli che gli adulti in un viaggio divertente nella vita del simpatico Luis, un ragazzino di 12 anni, che deve affrontare da solo tutte le difficoltà della sua giovane età. Per fortuna viene in suo aiuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con tre buffi alieni, che riusciranno a sistemare un po’ le cose. Ma vi lascio alla sua recensione. Buona lettura!

La capacità di trasmettere un messaggio educativo ad un pubblico giovane, senza essere didascalici e noiosi, combinando elementi della pop culture e un umorismo semplice e immediato, alla portata di chiunque, hanno decretato il successo, in questo nuovo millennio, dell’animazione dell’Europa centrale. Ecco perché Luis e gli Alieni, nonostante alcuni limiti tecnici, risulta un buon prodotto, sia per l’infanzia, che per un pubblico adulto.

Luis Sonntag è un ragazzino di dodici anni dolce e riservato, ingabbiato in una situazione alquanto complicata. Orfano di madre e con un padre assente, Luis è costretto a prendersi cura di sé stesso. Il padre Armin, ufologo, devastato dalla precoce perdita della moglie, sfoga il dolore con l’ossessione verso gli alieni, trascurando, oltre che se stesso, anche il figlio e la casa, attirandosi le antipatie del quartiere. L’ufologo, infatti, non perde occasione di mettere in allarme l’intero vicinato con fantomatiche minacce extraterrestri. I tentativi del figlio di avere un rapporto con lui vengono liquidati dal padre, che gli ricorda continuamente l’attualità della minaccia aliena, e che lui stesso, da bambino, è stato vittima di uno di loro.

A scuola la situazione per Luis non è meno devastante: è fatto oggetto di bullismo da parte di alcuni ragazzi, tra cui il suo vicino Marlon Winter, cresciuto in una famiglia arrogante e presuntuosa che mal sopporta i Sonntag. La situazione di abbandono in cui si trova Luis attira le attenzioni del preside e della signorina Sadiker, inquietante assistente sociale stranamente ossessionata dalle lacrime dei bambini, desiderosa di rinchiudere il ragazzino all’istituto Giorni Sereni. Entrambi convocano padre e figlio a scuola ma, nonostante i tentativi di Luis, Armin non ne vuole saperne di svegliarsi. Il preside decide allora che verrà fatta un’ispezione domiciliare, per appurare le condizioni familiari.

Nel frattempo Luis incontra Mog, Nag e Wabo, tre simpatici alieni in crociera nel quadrante della terra, che desiderano acquistare un materassino massaggiante dopo averne visto la televendita. Grazie alla loro capacità di assumere qualunque forma, compresa quella umana, ingoiando piccoli frammenti di DNA come peli e capelli, si offrono di aiutare Luis per ingannare l’ispezione domiciliare ed evitargli di finire all’istituto Giorni Sereni. Ma non sarà così facile, perché i tre alieni possono sì assumere forma umana, ma non hanno idea di come si comportino i terrestri, e questo genera equivoci e momenti divertenti.

La situazione precipiterà rapidamente, e la signorina Sadiker svelerà alla fine il suo inquietante segreto. Naturalmente il finale non può che essere positivo e, seppur intuibile, dona un senso di riappacificazione e serenità, con l’appianamento delle divergenze e una migliore comprensione dei propri errori, soprattutto da parte di Armin.

È bello vedere un film per il pubblico giovane che non è né stupido né sessista, e che evita gli stereotipi. È divertente, ma in modo intelligente, e avvicina i bambini alla fantascienza senza essere spaventoso. Il pubblico adulto troverà divertente tutta una serie di riferimenti cinematografici, attraverso battute e citazioni che rimandano direttamente a film famosissimi.

Il film è stato scritto e diretto dalla coppia di gemelli Christoph e Wolfgang Lauenstein, già vincitori del premio Oscar per il corto d’animazione Balance. La realizzazione è una coproduzione tra quattro dei più importanti e rinomati studi d’animazione dell’Europa centrale: le tedesche Ulysses Filmproduktion e Studio Rakete, la lussemburghese Fabrique d’Images (che quattro anni dopo realizzerà La fata combinaguai) e la danese A. Film Production.

Le animazioni, seppur poco fluide e non particolarmente dettagliate, che ricordano quelle degli anni ’90, trovano nel design cartoonesco e nell’accesa palette di colori i propri punti di forza, riuscendo a catturare l’attenzione e la simpatia del pubblico infantile. In termini di estetica Luis e gli alieni non riesce a tenere il passo con la concorrenza statunitense, ma compensa con molto umorismo e originalità.

Come spesso accade con le produzioni europee, per ragioni di distribuzione internazionale l’interpretazione è stata affidata a un cast anglofono, anche se privo di nomi di spicco, con le tracce audio registrate in Irlanda.

Il film ha riscosso un discreto successo a livello europeo, generando una serie televisiva, inedita in Italia. Luis e gli Alieni si distingue per la capacità di intrattenere con una narrazione vivace e coinvolgente. Al contempo, riesce a svolgere una funzione educativa, senza mai risultare monotono o pedante, affrontando temi come l’amicizia, il bullismo, l’accettazione dell’altro e il coraggio, nonché l’importanza di non giudicare mai dalle apparenze, confermando che una narrazione semplice e lineare può risultare altamente gradevole, se sviluppata nel modo giusto.

Tu sei tutto quello che ho. Sei tutto per me Luis. Dammi la possibilità di essere un padre migliore. Per favore.”

18 pensieri riguardo “Luis e gli alieni (2018)

  1. Questo film è molto carino e sono contento che comunque in europa si stia cercando di far qualcosa di proprio che possa essere trasmesso dappertutto e non limitato al proprio Paese d’origine. Il difetto più grande di questo film a mio avviso riguarda alcune animazioni. Di tanto in tanto sono veramente valide ma in altri casi risultano legnose e poco fluide. Il film è simpatico e manda dei bei messaggi. Un giorno però spero veramente di vedere qualcosa che riesca a stupire enormemente, qualcosa che sia a livello tecnico che a livello di sceneggiatura possa rivelarsi al di sopra della media.

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