Robert Siodmak firma uno dei primi noir psicanalitici, un viaggio inquietante nella mente umana. Un film sul doppio, non solo perché ci sono due gemelle identiche, ma perché una di loro ha evidentemente una doppia personalità, mostra una faccia in pubblico che non corrisponde al suo “io” interiore.
Continua a leggere “Lo specchio scuro (1946)”Categoria: Classici
Il terrore corre sul filo (1948)
Un thriller quasi perfetto, tratto da un radiodramma di Lucille Fletcher, da lei stesso sceneggiato. E’ chiaro che l’aiuto della macchina da presa contribuisce non poco ad aumentare l’atmosfera tesa di una storia nata per la radio, che conteneva già diversi elementi drammatici, ma tutti concentrati nella narrazione e nei dialoghi. Il regista, infatti, grazie alle immagini riesce a catturare molto bene il senso di solitudine e desolazione che segna la vita dei personaggi e confeziona un film in cui la suspense è tangibile, pur essendo quasi del tutto privo di azione, confinato nel ristretto spazio di una camera da letto, come la sua protagonista.
Continua a leggere “Il terrore corre sul filo (1948)”L’uomo ombra (1934)
Sicuramente il regista W.S. Van Dyke non si sarebbe mai aspettato che lavorando a un adattamento brioso dell’omonimo romanzo di Hammett, e girando in soli 12 giorni, avrebbe avuto tanto successo da iniziare un filone di grande popolarità. Il film è sostanzialmente una commedia sofisticata nei toni del giallo, dove la combinazione di alcuni delitti da risolvere, con dialoghi effervescenti e ironici, rende l’insieme un film originale e insolitamente accattivante.
Continua a leggere “L’uomo ombra (1934)”Dietro la porta chiusa (1947)
Fritz Lang è stato uno dei grandi registi del movimento espressionista tedesco, ed ha avuto una notevole influenza sul cinema in generale, e sul genere noir in particolare. Film come Metropolis e M – Il mostro di Düsseldorf stabilirono nuovi standard, soprattutto nell’estetica visiva. Quindi non sorprende che quando lasciò la Germania e si trasferì negli Stati Uniti a metà degli anni ’30, abbia girato diversi film noir di particolare impatto, tra cui Il prigioniero del terrore e Gardenia blu. Dietro la porta chiusa è il secondo film girato da Lang con la sensuale Joan Bennett, dopo La strada scarlatta, uscito tre anni prima.
Continua a leggere “Dietro la porta chiusa (1947)”Prima pagina (1974)
Wilder non era un amante dei remake, ma si convinse a trasporre per la terza volta il soggetto di un’opera teatrale del 1928, che aveva già prodotto due successi cinematografici, nel 1931 e nel 1940. L’argomento infatti gli stava a cuore, visto che lui stesso era stato giornalista prima di lavorare nel cinema, e la professione esercitava ancora una grande attrattiva su di lui. Mentre nel precedente L’asso nella manica Wilder aveva puntato l’attenzione sulla cronaca nera, criticandone ferocemente il cinismo e la mancanza di moralità, con Prima pagina ammorbidisce un po’ i toni, facendo una parodia del lato più sardonico del giornalismo, pur senza attenuare le critiche all’insensibilità della stampa nei confronti della sofferenza umana e della morte.
Continua a leggere “Prima pagina (1974)”Pane, amore e fantasia (1953)
Penso che se Gina Lollobrigida avesse potuto scegliere un film per cui essere ricordata, avrebbe scelto questo. E non solo perché era giovane e nel periodo del suo massimo splendore, ma perché questa commedia leggera e spensierata è il ritratto di un’ Italia piena di speranze, con pochi soldi in tasca forse, ma tanta gioia di vivere. Dopo i capolavori amari del Neorealismo come Roma, città aperta, Ladri di biciclette o Riso amaro, da cui si ricavava un’immagine dell’Italia come un paese povero e desolato, il pubblico sentiva il bisogno di tornare a sorridere e a sognare. E lo fece proprio con questa commedia, che rappresenta il prototipo di tutte le commedie all’italiana che sarebbero poi venute negli anni a venire. Una storia semplice, animata da personaggi veri e schietti, in cui ci si poteva riconoscere, e che rappresentavano vizi e virtù degli italiani.
Continua a leggere “Pane, amore e fantasia (1953)”Colazione da Tiffany (1961)
Difficile pensare a questo film senza identificarlo con Audrey Hepburn, la sua grazia, la sua eleganza e la classe inarrivabile che la caratterizzava. Ed è grazie a lei se il personaggio di Holly Golightly ci sembra così pulito e delicato: in realtà la protagonista del romanzo di Truman Capote, da cui è stato tratto il film, non è altro che una sempliciotta cresciuta nel sud degli Stati Uniti, che sopravvive alla giornata facendo la squillo di lusso. Ma come Blake Edwards si è appropriato del romanzo di Capote, rendendolo molto meno cinico, così Audrey Hepburn ha fatto suo il personaggio di Holly, trasformandola in una ragazza stravagante e romantica, una donna indipendente, moderna, sensuale ma mai volgare, che nasconde sotto l’apparente distacco una vulnerabilità accattivante e una disperata fame di amore.
Continua a leggere “Colazione da Tiffany (1961)”Testimone d’accusa (1957)
Tratto da un racconto di Agatha Christie, a mio modesto avviso è uno dei migliori gialli che si siano mai visti al cinema e la stessa autrice britannica ripeteva che questo film era la migliore trasposizione cinematografica di un suo lavoro. L’intreccio è sicuramente sottile e intelligente come solo la regina del giallo sapeva fare, ma il film lo fa diventare un capolavoro, mescolando abilmente la trama noir con quella ironia british tanto cara alla Christie, che qui è sapientemente dosata dalla sceneggiatura perfetta, opera dello stesso Wilder, che firma anche la regia.
Continua a leggere “Testimone d’accusa (1957)”Mezzogiorno di fuoco (1952)
Leggendo l’altro giorno la recensione di Ombre rosse fatta da Austin Dove, mi è venuta voglia di parlare di un western che amo particolarmente. Ho scritto altre volte che sono un’appassionata del genere, ma questo film ha un significato particolare per me, perché è il primo che ho visto insieme a mio padre, e mi ha immediatamente fatto innamorare. È quasi incredibile che un film considerato un classico del cinema hollywoodiano ed entrato a ragione tra i capolavori del genere western, presenti in realtà tutta una serie di elementi che si discostano decisamente dagli stereotipi della categoria. John Wayne, a cui per primo era stato offerto il ruolo dello sceriffo Kane, non solo lo rifiutò, ma in seguito affermò che Mezzogiorno di fuoco era il film più antiamericano che avesse mai visto.
Continua a leggere “Mezzogiorno di fuoco (1952)”Dietro lo specchio (1956)
Il film è ispirato a un articolo di cronaca uscito l’anno prima, in cui venivano descritti gli effetti negativi dell’uso di cortisone. Prodotto da James Mason e diretto con un buon tocco da Nicholas Ray, il film lascia il segno soprattutto per l’interpretazione di Mason e sconvolge per il fatto di essere una storia realmente accaduta, sia pure parzialmente romanzata.
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