Heart of the Sea (2015)

Ron Howard rivisita il mito americano per eccellenza, Moby Dick, cercando di andare alla fonte dell’opera di Melville: si rifà infatti al saggio pubblicato nel 2000, in cui Nathaniel Philbrick raccontava il naufragio della baleniera Essex, evento che avrebbe ispirato il romanzo di Melville. Un film sfarzoso dal punto di vista scenografico, che sfrutta appieno tutta la spettacolarità della vicenda, avvalendosi della moderna tecnologia in 3D pur senza abusarne inutilmente, ma pone forse un po’ troppo l’accento sull’aspetto visivo, trascurando di approfondire i personaggi.

Il film inizia raccontando l’immaginario incontro tra lo scrittore Herman Melville e l’ultimo sopravvissuto al disastro della baleniera Essex, Tom Nickerson, che convince a raccontargli esattamente cos’è successo alla nave. Inizialmente riluttante, Nickerson si lascia infine convincere e inizia il racconto. L’Essex era una delle tante baleniere che andavano a caccia di balene per rifornirsi del prezioso olio che da esse si ricavava; a bordo si era creata tensione tra il timoniere Owen Chase, che si aspettava di ottenere la posizione di capitano che gli era già stata promessa, e George Pollard, che l’influente famiglia aveva imposto come capitano dell’Essex, nonostante la sua palese inesperienza.

Pollard è impreparato, ma si nasconde con arroganza dietro la sua posizione di potere, mentre Owen è amato dalla ciurma e sa sempre cosa fare. Dopo un lungo periodo di tempo senza vedere balene, incontrano un capitano spagnolo che rivela la presenza di numerose balene a migliaia di miglia a ovest del Sud America, avvertendo però della presenza di una gigantesca balena bianca. L’Essex inizierà così il suo ultimo viaggio verso l’ignoto, e l’incontro scontro con la balena bianca avrà le ovvie conseguenze che tutti possiamo prevedere.

In pratica il film di Howard racconta il naufragio dell’Essex, ammantandolo di un alone romantico, nel dipingerlo come la fonte di ispirazione del romanzo di Melville: infatti l’incontro tra lo scrittore e l’anziano sopravvissuto al disastro è un’invenzione di Howard, non presente nel saggio originale. Il film alterna due momenti diversi: l’azione in alto mare, e il racconto di Nickerson a Melville, il dramma degli eventi passati, presentato sotto forma di flashback, e le emozioni del vecchio mozzo rivissute nella narrazione.

Il montaggio alterna sapientemente questi due momenti spazio-temporali con il giusto ritmo, bilanciando la lotta disperata dell’equipaggio contro la forza della natura, nel passato, con la nostalgia, il dolore del ricordo e il turbamento presente, mentre Nickerson racconta gli eventi. Tuttavia i personaggi non sono ben approfonditi. Mentre fortemente spettacolare è l’impatto delle immagini, quello che manca quasi del tutto è il senso epico della lotta tra l’uomo e la natura selvaggia, e più in generale, la lotta dell’uomo per la sopravvivenza.

Quello che il film offre è una trama sfaccettata e sommaria su un viaggio che è andato storto per molte ragioni, arricchita da immagini altamente scenografiche, ma prive di un’anima. Howard basa il suo film essenzialmente sugli effetti visivi e tutta questa spettacolarità distrae un po’ dalla sceneggiatura, che è la parte più debole. Con l’equipaggio spinto al limite e costretto a fare l’impensabile per sopravvivere, affrontando tempeste, fame, panico e disperazione, gli uomini metteranno in discussione le loro convinzioni più profonde, dal valore reale delle loro vite alla moralità della loro imbarcazione e del loro lavoro.

Ma la messa in discussione dei valori, la disperazione che mette gli istinti più primitivi davanti a ciò che è socialmente accettato, e persino il dilemma morale, non sono completamente esplorate e il culmine non viene mai raggiunto. Del resto il film dichiara fin dall’inizio di non essere una trasposizione del romanzo di Melville, perché lo spettatore sappia cosa aspettarsi, e forse anche per evitare che faccia confronti. Confronti che tuttavia sono inevitabili, soprattutto per chi ha ancora vivo il ricordo del film di Huston.

La pellicola di Howard preferisce concentrarsi sulla rivalità tra il primo ufficiale e il capitano della nave, rispettivamente interpretati da Chris Hemsworth e Benjamin Walker, lasciando sullo sfondo il narratore originale, il mozzo Nickerson, interpretato da Brendan Gleeson, nel presente, e da Tom Holland nel passato. La recitazione è ineccepibile: Hemsworth e Walker mostrano chiaramente la tensione tra un capitano inesperto, che tenta di affermarsi a tutti i costi, e un primo ufficiale che aveva sperato di ricoprire quel ruolo di capitano, ma è stato surclassato per motivi di estrazione sociale. La prima parte del film è tutta incentrata su questo scontro di caratteri, acuito dalle innegabili differenze sociali. Solo dopo il naufragio emerge con più chiarezza la personalità di Nickerson e il dramma che ha dovuto affrontare insieme ai compagni di sventura.

Ma l’elemento più forte del film è senza dubbio la grafica. Le scene in mare, e in particolare quelle con la balena gigante, sono scene spettacolari, e molto più avvincenti rispetto ai personaggi e alla storia nel suo insieme. La narrazione visiva è molto più interessante, ed è un peccato che la storia e i personaggi non possano eguagliare le immagini. Si ha la sensazione che manchi qualcosa, e quel qualcosa è il respiro epico di Moby Dick.

Howard ci regala un film coinvolgente, visivamente molto accattivante, ben recitato e ben diretto, con una fotografia molto curata e musiche che sottolineano la componente emotiva delle immagini. Ma sicuramente più simile a un film catastrofico che a un’avventura epica.

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17 pensieri riguardo “Heart of the Sea (2015)

  1. È un film con un potenziale enorme che purtroppo non è stato usato appieno. Ha tanti momenti interessanti e anche un’ottima regia, ma a volte è spoglio per quanto riguarda la sostanza. Diciamo che non ho trovato un grande equilibrio tra forma e sostanza. E mi dispiace, perché di potenziale ce n’era tantissimo.

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  2. Non fui capace di vederlo in sala, ma acquistai il blu-ray all’uscita in home video. L’ho visto una sola volta, ma lo ricordo ancora benissimo. La regia di Howard è asciutta e dosa adeguatamente la tensione. Visivamente a tratti è così curato che nelle scene ad alto tasso di spettacolarità lascia senza fiato. Tuttavia alcuni momenti un po’ “stanchi” interrompono l’avventura della baleniera, ma è anche difficile evitarli vista l’ambientazione.

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    1. Sul piano visivo niente da dire, è spettacolare. I personaggi però potevano essere approfonditi meglio, soprattutto quelli minori; invece sembra che abbia affidato tutte le emozioni agli effetti speciali. Cmq resta un bel film.

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  3. non ho visto il film, ma ho 3 pensieri:
    1. chris quando non lo pompano all’inverosimile è proprio figo, lui è un modello, non sta bene col fisico alla The Rock uu
    2. ho vaghi ricordi di quando uscì al cinema, il trailer faceva casino, non era chiaro cosa fosse
    3. è un flop assurdo a livello economico o.O

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