Siamo arrivati alla terza collaborazione con Il Buio Dentro, che questo mese ha scelto Planet 51, un film di animazione che prende simpaticamente in giro i paranoici film di fantascienza degli anni ’50, capovolgendone la prospettiva. Frutto di un piccolo studio di animazione che difficilmente poteva competere con i più grandi colossi come Pixar, Disney e DreamWorks, è ugualmente un prodotto ben riuscito, le animazioni sono di un buon livello e si vede che ci hanno lavorato con passione, dedicandoci tempo e cura. Così come tempo e cura ha dedicato a questa recensione il nostro amico blogger che sono felice di ospitare. Buona lettura!
Come abbiamo già raccontato a proposito de Il gigante di ferro, la filmografia è piena di alieni che arrivano sulla terra. Ma cosa succede quando siamo noi ad essere gli alieni? Planet 51, pellicola spagnola del 2009, cerca di rispondere a questa domanda.

Siamo nella ridente e tranquilla cittadina di Glipforg, sul Pianeta 51, dove l’armonia regna sovrana. Il tempo sembra essersi fermato qui, perché tutto sembra come in una qualunque città americana degli anni ’50: sobborghi ordinati dove creature lisce e verdi fanno il barbecue in giardino, e il rock ‘n roll risuona dagli altoparlanti. La saga di fantascienza degli Humaniacks sta spopolando nei cinema, le automobili fluttuano e i bambini giocano a campana sul marciapiede.

Lem (Justin Long) è un timido liceale che si appresta ad affrontare l’ultimo anno di scuola, mentre ottiene un lavoro come custode al planetario, e trascorre il proprio tempo libero con l’amico Skiff (Seann William Scott), nerd e impiegato in una bottega dei fumetti, e il piccolo Eckle, fratello minore di Neera (Jessica Biel), da sempre suo amore segreto. La vita sembra scorrere tranquilla, fino a quando una navicella della NASA, pilotata dal capitano Chuck Baker (Dwayne Johnson), non atterra sul pianeta, proprio nel giardino di Lem.

L’ingresso del lander nello spazio planetario, attiva Rover, una sonda spaziale senziente, appartenuta alla NASA, più simile ad un cane che ad un robot, che, con astuzia, riesce ad evadere dalla Base 9, dove era rinchiuso insieme ad altre storiche sonde e satelliti.

L’atterraggio attira sia il circo mediatico sia l’esercito, che mette in quarantena l’area. Chuck riesce a trovare rifugio proprio al planetario dove lavora Lem. In modo rocambolesco, dopo l’iniziale timore da parte di Lem, i due riescono a stringere un legame, grazie soprattutto alla parlantina e alla sbruffonaggine dell’astronauta.

Da qui iniziano le sventure del povero ragazzo, che per difendere l’amico, si ritroverà per sbaglio ad essere messo in cattiva luce agli occhi di Neera, attivista in un gruppo di protesta pacifista per il rispetto degli alieni, capeggiato dal compagno di scuola, e rivale in amore, Glar (Alan Marriot). L’astronauta verrà presto scoperto da altri: prima Skiff, poi Eckle, entrambi fanatici di fantascienza, si aggiungeranno entusiasti al gruppo che cercherà di riportare Chuck a bordo del lander prima che sia troppo tardi per rientrare sulla Terra.

Nel frattempo, il professor Kipple (John Cleese), sedicente esperto di psicologia aliena, convince sempre di più l’esercito, specialmente il generale Grawl (Gary Oldman) che l’alieno atterrato sia una minaccia per l’esistenza dell’intero pianeta e dei suoi abitanti.

Rover riesce a rintracciare Chuck, e il gruppo, sempre più nutrito, si rifugia nella fumetteria di Skiff. Ma tutto inizia a precipitare alla velocità della luce. Rover viene ricatturato, per la disperazione di Skiff. Chuck subisce la stessa sorte, venendo riconosciuto dal generale Grawl, ormai sempre più ossessionato nel trovare un nemico a tutti i costi. L’astronauta viene rinchiuso nella Base 9, in attesa dell’asportazione del cervello da parte del professor Kipple.

Si salverà? Certamente, ma non senza aver dato al suo persecutore una lezione di umanità e aver dimostrato che il fatto di essere diverso non significa per forza essere un nemico. E al momento dei commiati ci sarà anche un’altra bella sorpresa, che farà di certo felici i bambini.

Il film è una produzione spagnola della Ilion Animation Studios (divenuta poi la Skydance Animation Madrid). Infatti pochi sanno che la Spagna è una delle realtà storicamente all’avanguardia nello sviluppo della CGI, dei videogiochi e dell’alta definizione. Il primo importante esempio risale ai mondiali di calcio del 1990, quando la Rai si avvalse proprio di una società iberica per la trasmissione nell’alta definizione dell’epoca.

Il regista Jorge Blanco, all’esordio con l’animazione, ma con esperienza nel mondo dei videogiochi, si è avvalso della preziosa collaborazione di Joe Stillman, già sceneggiatore dei primi due capitoli di Shrek. La produzione ha richiesto quasi cinque anni di lavoro, riuscendo nello scopo di creare un prodotto di altissima qualità, capace di accostarsi a quelli delle major a stelle e strisce.
Il film risponde in maniera matura a domande fondamentali: “Cosa succede quando siamo noi i diversi?”; “Come ci si sente ad essere considerati un nemico, una minaccia, senza aver fatto niente di male?”; “Può l’ossessione comune creare uno stereotipo di brutto e cattivo, anche senza nessun fondamento?”. Nonostante la serietà di questi temi, la pellicola riesce a rivolgersi ad un pubblico molto vasto, da quello giovanissimo a quello più adulto.

La scelta di ambientare la storia in un mondo che ricorda l’America degli anni ‘50, non fa altro che aumentare il fascino della narrazione. Per la realizzazione della città di Glipforg, gli animatori hanno preso spunto da Hill Valley di Ritorno al Futuro. Ma le citazioni e i riferimenti alla cultura popolare non finiscono qui: richiami ad Alien, Cantando Sotto la Pioggia, E.T., a Planet 9 from Outer Space, l’Area 51, Terminator, Guerre Stellari, solo per citarne alcuni, vengono inseriti in maniera eccellente nella narrazione, senza risultare troppo evidenti, come spesso accade nelle produzioni europee.

Per ragioni commerciali e di distribuzione, il cast originale è composto da attori e attrici americani e britannici. Lo sviluppo e la caratterizzazione dei personaggi è uno dei punti di forza del film. Il legame tra Lem e Chuck risulta capace di evolversi, influenzando in maniera positiva la vita di entrambi. I personaggi secondari, volutamente ed esageratamente stereotipati, rispecchiano a pieno i canoni della fantascienza degli anni ’50, riuscendo a donare un’atmosfera piuttosto magica, quasi fiabesca, nella sua ingenua maturità. L’animazione in CGI è una delle migliori del decennio a livello mondiale, dove fotografia, luci, texture e fluidità, non risentono alcun gap rispetto alle produzioni americane o francesi.
Nel complesso è un film che funziona molto bene per i bambini ma risulta spettacolare per il pubblico adulto appassionato di fantascienza, che adorerà tutte le citazioni cinematografiche disseminate nella pellicola.
“Generale, io so cos’è che le fa paura. E non si tratta di Chuck, non sono i mostri, o gli alieni. È l’ignoto. È da tutta una vita che cerco di evitarlo e credo che lo abbia fatto anche lei. Ma le posso assicurare che l’ignoto non è una cosa di cui avere paura. Può essere il tuo migliore amico. E proprio quando uno pensa che sia la fine di tutto ciò che conosce, in realtà, invece, è solamente l’inizio.”
Grazie Raffa ^_^
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Grazie a te!
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Che bello! Ricordo ancora bene questo film seppure sia passato diverso tempo dall’ultima visione. Era un’opera davvero particolare dove i ruoli si invertivano, con l’umano che era considerato l’alieno. Era interessante anche il fatto che tutto fosse ambientato in una sorta di America anni ’50 (periodo perfetto visto quanto la fantascienza fosse esplosa in quel decennio) e ho apprezzato le citazioni a molti film sci-fi. E anche la tematica è affrontata molto bene, così come alcune persone si approciano a quello che non conoscono. Ottima recensione!
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Grazie, merito di Buio dentro.
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Buon giorno 2
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Una cosa che apprezzo di questa rubrica è che mi apre gli orizzonti. Non conosco nulla delle produzioni animate che non siano americane (con l’eccezione dei lavori di Tomm Moore e di autori giapponesi) e quei pochi che ho visto li ho conosciuti grazie ai consigli di amici.
Non avevo mai sentito parlare di questo film, ma a giudicare dalle tematiche potrebbe piacermi (ho saltato la descrizione della trama per non spoilerarmi). Anche se probabilmente non sarei in grado di cogliere la maggior parte delle citazioni (il fatto che il “cagnolino” sia praticamente un Alien cmq mi ha fatto morire) La citazione a titolo dell’articolo è molto bella ^_^
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Mi fa piacere che la rubrica sia utile. E’ tutto merito del blogger che se ne occupa, che conosce molto bene la materia e ne sa parlare con competenza.
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Ma sai che dopo averlo visto con mio figlio da tempo ormai, lo avevo un pochino rimosso?!
Recensione molto bella.
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Sì, Buio è molto bravo. Capita anche a me di rimuovere qualche film, dipende secondo me se li si guarda in modo distratto, magari pensando ad altro.
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Già… probabilmente non era il momento giusto.
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Una chicca godibilissima. E poi una volta tanto non è targata iuessei.
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Vero.
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