Full Monty (1997)

Il cinema britannico ci regala spesso film a basso budget, con attori non famosissimi, che si rivelano commedie meravigliose e hanno uno strepitoso successo di pubblico. Sono storie semplici, quasi banali, ma hanno la capacità di rappresentare aspetti anche drammatici della società con il tocco lieve dell’umorismo anglosassone, trasformandoli in film estremamente piacevoli grazie a uno sguardo divertito e divertente sulla realtà. L’alternanza di sequenze esilaranti con momenti di riflessione più seria è il modo in cui il regista Peter Cattaneo ci racconta la storia di un eterogeneo gruppo di disoccupati di Sheffield.

Gaz e Dave, come molti altri loro concittadini, soffrono per la crisi dell’industria siderurgica: non solo si trovano senza lavoro, ma questa temporanea mancanza di possibilità economiche li affligge anche sul piano sentimentale. Gaz ha urgente bisogno di pagare gli alimenti alla ex moglie, per poter continuare a vedere il figlio, mentre Dave vive come una frustrazione il fatto di farsi mantenere dalla moglie. Vedendo come un gruppo di spogliarellisti, che si esibisce in città, guadagni un sacco di soldi in una sola serata, Gaz ha l’idea di formare un gruppo con altri disperati come lui e Dave, e di darsi allo spogliarello.

Il problema è che Gaz e i suoi amici sono uomini di mezza età, non in ottima forma, non molto belli e ovviamente senza nessuna esperienza di spogliarello e tanto meno di ballo. L’idea di partenza, già di per sé ridicola, viene sviluppata in modo geniale dalla sceneggiatura, che alterna momenti gradevolissimi di ilarità a sequenze toccanti fin troppo realistiche. Ma è proprio questo mix che rende piacevole la visione del film: raramente sorrisi e lacrime si sono fusi in modo così armonioso.

È il dramma sociale di Ken Loach ravvivato dall’ironia esuberante dei Monty Python: un approccio vincente. Non a caso una delle scene più divertenti è quella in cui gli aspiranti spogliarellisti sono in fila all’ufficio di collocamento e cominciano a muoversi a ritmo di musica, sulle note diffuse dalla radio: il contrasto tra i volti scoraggiati di questi uomini che si trovano in una situazione così deprimente, e i suggestivi movimenti di danza suscitati dalla musica, strappa qualcosa di più di un sorriso.

Naturalmente, trattandosi di spogliarelli maschili, non poteva mancare un tocco di comicità un po’ più grossolana, quando alle audizioni si presenta Guy, un giovane che non sa ballare e non ha alcun talento, se non un esemplare di dimensioni più che ragguardevoli tra le gambe, di fronte al quale ogni obiezione cade miseramente. Nonostante questo, il film evita qualunque volgarità e rimane uno spettacolo visibilissimo anche dai bambini.

Si parla di spogliarellisti, ma l’assenza di erotismo è garantita dal buffo assortimento maschile, che avrebbe ben poche probabilità di intrattenere una platea femminile, sia per età che per forma fisica. Se a questo si aggiungono i goffi tentativi di rimettersi in forma e di imparare come muoversi sul palco, il risultato è irresistibile. Ma il punto di forza di Full Monty è la presenza di una profondità che nasconde abilmente, sotto la trama di copertura, le diverse storie individuali dei protagonisti.

Storie che ci raccontano l’amore per un figlio, la vergogna di non poter più mantenere la famiglia o addirittura la paura di confessare la verità alla moglie; storie apparentemente diverse, ma accomunate da un senso di sconfitta deprimente, soprattutto perché riguardano uomini non più giovani. E il regista fa un lavoro magnifico nel gestirle in modo spensierato senza banalizzarne l’importanza. Gran parte del successo della pellicola si deve all’umorismo che pervade ogni situazione, alla comicità utilizzata con garbo, non attraverso sfacciati tentativi di far ridere a tutti i costi, ma come accessorio naturale del contesto.

Ma una parte consistente della riuscita di questa fortunata operazione si deve anche al cast. Il regista ha il merito di aver messo insieme un gruppo molto eterogeneo di attori semi sconosciuti (ad eccezione di Robert Carlyle e Tom Wilkinson), dalle facce comuni ma tutt’altro che insignificanti, in cui il pubblico ha potuto immedesimarsi facilmente. Proprio la diversità tra gli attori e tra i personaggi rende ancor più divertenti i dialoghi, e spassosissime le scene di ballo.

Inoltre la sceneggiatura regala ad ognuno il suo momento di gloria, senza che nessuno prevalga sugli altri. Sono tutti personaggi con i piedi per terra, con problemi di vita reale, disegnati dagli attori in modo molto realistico: nessuna prova è sembrata sopra le righe o ha dato l’impressione che gli attori fossero in competizione tra loro. Anzi, sembra che si siano divertiti parecchio nel realizzare il film e che fossero animati da un vero spirito di squadra.

Naturalmente sarebbe impossibile dimenticare la stupenda colonna sonora, non a caso premiata con l’Oscar, che dà un ritmo ancor più piacevole a tutto il film. Un film che va assolutamente visto, perché dire soltanto che è divertente non gli rende giustizia.

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37 pensieri riguardo “Full Monty (1997)

  1. Fu uno dei primi film che vidi in lingua originale in VHS. La storia è capace di abbracciare più storie, armonizzandole in maniera stupenda. Riesce a trovare un fascino che difficilmente si riuscirebbe a tirar fuori da una situazione così drammatica, come la crisi metallurgica e mineraria inglese di quegli anni. Hai detto bene, risate e lacrime si fondono insieme per un risultato che ancora oggi gode di un’ottima reputazione. Gran bel film.

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  2. In realtà contiene un messaggio politico subliminale… E lo disse Tony Blair, quasi gongolando: più o meno che lo stato non debba più aiutare ma che tocchi al singolo essere imprenditore di se stesso. Ken Loach è di tutt’altro avviso. Ciò non toglie che vi sia umanità e divertimento ovviamente

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  3. Uno dei miei tanti cult movie che rivedo sempre con piacere, perché bello, semplice, vero. Parla di realtà, di vita e problemi che spesso vengono edulcorati o esasperati in altre pellicole con una leggera vena di ironia che non guasta. Mi sono sempre ripromessa di voler scrivere una recensione prima o poi, perché è quel genere di film che dovrebbero vedere tutti: ADOROOOOOOOOO!! ♥

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  4. sarò brutale ma non pagherei per vederli xD
    ma poi secondo me il genere spogliarello va bene solo dal vivo (Magic >Mike droppato dopo pochi minuti, una delle cose più noiose)

    cmq non è cinema inglese se non ci sono i mattoni rossi

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