La recensione di questo film di animazione è interamente opera dell’amico del blog Il Buio Dentro, a cui ho proposto una collaborazione mensile, sempre nei limiti dei suoi impegni. Avrà una rubrica tutta sua, L’angolo dell’Animazione, in cui pubblicheremo le sue recensioni. Dal momento che è molto più ferrato di me sull’animazione, che segue con vera passione, gli ho proposto di pubblicare una volta al mese una sua recensione, a cui magari potrò aggiungere, se è il caso, qualcosa di mio. Questo suo primo lavoro mi sembra già perfetto così, perciò mi sono limitata ad inserire solo qualche immagine e questa breve introduzione. Buona lettura!
Il viaggio interiore di chi ha tanta voglia e pochi mezzi, dovendosi scontrare con un mondo troppo duro e ingiusto, non è una novità nella cinematografia, ma con Ballerina raggiunge una nuova dimensione. Il film è una coproduzione franco-canadese, realizzato in CGI.

Lo sfondo è la Francia degli anni ’80 del XIX secolo. Una società contrassegnata da grandi disuguaglianze, tra la Belle Époque della capitale e la povertà più estrema delle regioni più a Nord. Il nostro viaggio inizia in un orfanotrofio in Bretagna, dove incontriamo l’undicenne Félicie (interpretata da Elle Fanning), che sogna di poter essere una ballerina.
La sua passione le è stata trasmessa da una madre che non ricorda, ma dalla quale eredita un carrilon con una ballerina danzante, oggetto che inoltre sogna regolarmente. Un sogno che però non riesce a comprendere, dato che termina prima che riveli il suo segreto.

La vita piuttosto dura dell’istituto, dove le viene ripetutamente ricordato che bisogna rimanere con i piedi per terra, la trasforma in una recidiva fuggiasca. L’unico che sembra capire Félicie è il suo amico Victor, un altro orfano come lei col sogno di diventare un inventore. Dopo l’ennesimo tentativo di fuga, stavolta riuscito, i due si ritrovano su un treno diretto a Parigi.

Una volta arrivati, sono travolti dalla bellezza unica di una città al massimo del suo splendore. Una Parigi viva, in un’atmosfera tanto fiabesca quanto disillusa. I ragazzi, per un caso fortuito, e piuttosto divertente, si separano, con la promessa di ritrovarsi il giorno seguente sopra lo stesso ponte, all’ombra di una Tour Eiffel in fase di assemblaggio.

Triste e spaventata, Félicie non può far altro che vagare per la città, arrivando però alla sua meta: l’Opéra. L’incanto per la bellezza e la grazia della prima ballerina, si scontra con la rudezza del custode, che minaccia di chiamare la polizia. La situazione viene salvata dall’inferma Odette (Carly Rae Jepsen) addetta alle pulizie del teatro, che dapprima non vuole saperne dell’orfana, per poi ospitarla nella villa dove lavora da sguattera per la perfida Régine Le Haut.

La padrona di casa, oltre ad essere oltremodo crudele, è estremamente ambiziosa verso la figlia Camille (Maddie Ziegler), dalla quale pretende un futuro da prima ballerina proprio all’Opéra. Camille cerca di accontentare ed imitare la perfida madre, maltrattando Félicie e lanciando dalla finestra il suo amato carillon.

Félicie, intercettando la lettera di ammissione all’Opéra di Camille, per ripicca si spaccia per le lei, iniziando il percorso di selezione ad eliminazione per diventare ballerina. Viene però scoperta da Odette, che malgrado i timori di perdere il lavoro, da ex ballerina, si offre di allenare la sua ospite.

Félicie, malgrado l’arroganza del maestro Mérante (Terrence Scammell), che non la sopporta, fa valere la determinazione e la passione che l’accompagnano da una vita. Impara non solo a danzare, ma cosa vuol dire essere una ballerina. Tutto sembra andare per il meglio, quando, per una distrazione di Victor, Régine scopre la truffa. Camille verrà ammessa alle selezioni, con la condizione insindacabile di Mérante, scortese ma corretto, che resti anche Félicie.
È qui che il film prende una piega inaspettata. Félicie è sull’onda del trionfo, la sfida finale sembrerebbe soltanto una formalità. Ma proprio quando manca quell’ultimo passo, prende una decisione stupida, autosabotando tutto ciò che aveva costruito, arrivando stanca ed impreparata all’ultimo atto.

Félicie esclusa, viene rispedita in Bretagna, dove ormai è solo il fantasma della bambina allegra e speranzosa di un tempo. Anche Luteau, il custode dell’istituto, prova compassione per lei, malgrado i rimproveri della severa badessa. Tutto cambia quando quel sogno ricorrente, rivela il suo significato nella scena più emozionante e commuovente di tutto il film.

Il carrilon vola tra le mani di sua madre, mentre, tenendola in braccio, danzano felici. Félicie ritrova la sua motivazione, ricominciando ad allenarsi tra le mura, ed i tetti, dell’orfanotrofio. Luteau burbero dal cuore d’oro, la riaccompagna a Parigi, dove ricuce i rapporti con Odette. Le due, diventate una famiglia, lavorano entrambe come addette delle pulizie all’Opéra, fino a quando Camille, che non riesce a soddisfare le richieste di Mérante, timorosa del talento di Félicie, la sfida in un duello di ballo. Nonostante le scorrettezze della prima, l’orfana trionfa, ottenendo la parte. Camille, riappacificandosi con l’ormai ex rivale, accetta la sconfitta, realizzando che in realtà balla solo per obbligo della madre.

Régine, furiosa per l’usurpazione, poco prima del debutto cerca di uccidere Félicie , che viene salvata dal suo amico Victor, con una delle sue geniali invenzioni. Il lieto fine è forse scontato, ma non le modalità che sono state utilizzate per arrivarci. È una fiaba indirizzata forse ad un pubblico giovane, ma anche chi è più grande potrà apprezzarne la validità e la dignità.
A parte Régine, nessuno dei personaggi è lineare, ma seguono un’evoluzione ed un viaggio interiore poco comuni in film, anche non d’animazione, con tematiche simili. Ci saranno passi in avanti ed indietro, momenti profondi ed altri di estrema leggerezza ed ilarità. Mai troppo cupo e mai troppo leggero.

La produzione del film ha richiesto oltre due anni di lavoro, coinvolgendo quasi duecento persone, di cui trenta animatori. La realizzazione vera e propria è stata effettuata negli studi canadesi de L’Atelier Animation, riuscendo a conservare molto della sua francesità iniziale.
Di grande impatto è la fluidità dell’animazione e la caratterizzazione dei luoghi. Perché anche Parigi, l’Opéra e la Bretagna, vivono di vita propria, entrando a pieno diritto nella lista dei personaggi. L’esaltazione risulta ancora maggiore per l’ottima fotografia e un sapiente uso delle luci. La capitale è stata fedelmente ricostruita tramite ricerche storiche (nonostante alcuni anacronismi), e messa su schermo tramite la creazione di più edifici assemblati tra loro.

Per la realizzazione delle scene di ballo, la produzione si è avvalsa della collaborazione della leggenda della danza francese Aurélie Dupont. Inizialmente la danzatrice è stata equipaggiata di tuta per la motion capture, per poi puntare unicamente sulla realizzazione manuale classica, mantenendo solo alcuni fotogrammi chiave.

Ballerina ha avuto un’ottima accoglienza di critica e di pubblico, risultando uno dei migliori film d’animazione non americani del decennio.
Sfortunatamente, malgrado la coproduzione di due realtà francofone, il film viene recitato da attori e attrici per la maggior parte statunitensi, come purtroppo d’abitudine per molti lungometraggi europei, allo scopo di renderlo più appetibile ai mercati internazionali. Ma proprio la versione americana, oltre al cambio di titolo in Leap (una delle poche eccezioni a livello mondiale), ha sostituito alcune interpretazioni, doppiandole. Luteau, l’eroe che salva la situazione è doppiato dal mitico Mel Brooks. Nella versione italiana, l’ex ballerina Odette, è interpretata dalla danzatrice Eleonora Abbagnato, non troppo a suo agio nel ruolo di doppiatrice. Di particolare risalto la scelta della colonna sonora, con brani originali di Klaus Badelt e una vasta scelta di musica d’autore.
Un film che parla al cuore, alla forza di una passione, quando tutto e tutti, tu compresa, ti remano contro, dicendo che non è quello il tuo posto. Un lungometraggio che si fa apprezzare anche da chi non ama la danza, perché il minimo comune denominatore è unico: la passione per un sogno da realizzare.
“Perché voi ballate?”
“Perché ha sempre fatto parte della mia vita. C’era già con mia madre quanto ero appena nata e c’è adesso grazie a Odette. È quello che mi fa vivere ed essere me stessa.”
Che carino!
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Grazie per l’opportunità. Parlare di animazione mi porta sempre tanta gioia ^_^
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Grazie a te per il bellissimo lavoro che hai saputo fare 🙂
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Bella recensione per un film di animazione molto bello, l’ho visto tempo fa e mi è piaciuto proprio per il messaggio positivo che trasmette. Buona giornata.
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Mi sono accorta solo ora di non averti risposto… Mi dispiace, forse stavo per farlo e mi sono distratta.
Ormai l’augurio di buona giornata vale per domani ☺️
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Non c’è mica la scadenza 😏
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Buon giorno 2
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Un lavoro davvero splendido, complimenti, grande Buio Dentro e grande Raffa. Una collaborazione splendida! ^_^
Una storia davvero incantevole che fa sognare….
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Lui è stato molto bravo, quando parla di animazione si vede proprio che gli piace e lo fa volentieri. E a me fa piacere leggerlo e ospitarlo!
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boh questa non è una recensione, mi ha spoilerato il finale
e in altre sedi ho sentito parlare MALISSIMO del film
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È un cartone, non è mica un giallo. E le recensioni sono sempre soggettive, quello che piace a uno non piace a un altro.
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beh, la recensione quella vera ha sempre una parte oggettiva; può piacermi un film, ma a livello critico si deve essere oggettivi. Poi se uno è specializzato nella rappresentazione femminile può dare un parere diverso da chi guarda solo la sceneggiatura
e il film d’animazione è il mezzo (peraltro il più espressivo per definizione), non il genere
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Sai che io non sono una critica professionista, e l’altro blogger nemmeno; parliamo di film che ci sono piaciuti come sappiamo farlo, senza pretese. Del resto il mio blog lo dichiara esplicitamente: senza prendersi troppo sul serio ☺️
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boh forse è solo lo stile
non è la prima volta che non mi piace molto un suo articolo, sarà una cosa da lettore; oltre al fatto che in una recensione è grave mettere più trama che critica, anche perke normalmente una recensione sarebbe spoiler-free. E infatti tu anche se ti dilunghi non riveli mai cose fondamentali
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Ho letto tutto d’un fiato questa recensione ed è stato in viaggio piacevole e stimolante. Raffa è molto brava nell’analizzare i film che propone e ho capito perchè ha scelto di collaborare con te, Light!
Complimenti a te per il tuo stile scorrevole e avvolgente e a Raffa per l’ottima scelta. 😊🤗
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Lo guardai in tv senza troppe aspettative e invece mi piacque tantissimo. Ottimo post per ricordare uno dei migliori film d’animazione degli ultimi anni.
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Dopo una recensione come questa, penso vada visto! Il ” remarsi contro” è una condizione che mio malgrado conosco molto bene. 😀 Potrebbe farmi bene “rivedermi” in qualcuno che riesce a risolvere questo problema, seppure in un film. 😉
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Spesso ci si arrende davanti alle prime difficoltà, invece bisognerebbe avere più fiducia nelle proprie possibilità.
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Io non mi arrendo davanti alle prime; di solito mi fermo poco prima di arrivare alla fine. Quando oramai ce l’ho praticamente fatta; mi fermo un passo prima ed è un problema patologico, legato a delle convinzioni dure a morire. Ma negli ultimi anni sono un po’ migliorata. 🙂
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io… non ho ancora visto questo film d’animazione…
è una bella idea…
è una bella collaborazione…
leggendo si può sempre imparare qualcosa di nuovo…
è un modo diverso e divertente di arricchirsi…
grazie Raffa… grazie Il Buio Dentro…
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Grazie a te per essere passata e per le belle parole!
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Non è il mio genere ma è stata una piacevole lettura. Grazie a voi due.
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Questa non è farina del mio sacco, tutto merito del mio ospite. ☺️
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Sì, ho letto. Ma tu hai sempre l’occhio buono a individuare le persone giuste per parlare di film 🙂
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Bellissima recensione! Tra le altre cose questo è proprio un film che ho nella mia lunga lista di opere da vedere, specialmente per quanto riguarda l’animazione. Sono riuscito a vedere diversi momenti di maturità in quest’opera e adesso mi piacerebbe tanto recensirla. Un pò mi dispiace che prodotti simili vengano forzati ad avere interpreti americani, altrimenti a livello internazionale verrebbero quasi esclusi. Mi ricorda quasi la storia de Il labirinto del Fauno. La produzione aveva chiesto che la lingua parlata fosse quella inglese ma Guillermo del Toro si è opposto fino all’ultimo. Sono sicuro che se quel film fosse stato fatto in lingua inglese e con interpreti inglesi, avrebbe sicuramente vinto l’oscar come miglior film.
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Purtroppo il limite della lingua esiste e non è giusto, ma temo sia inevitabile per motivi commerciali. In questo senso sono contenta che in Italia abbiamo degli ottimi doppiatori, che ci permettono di vedere anche opere in lingua spagnola o extraeuropea.
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Esatto, in questo modo rendono più accessibili al pubblico certe opere di grande interesse anche se, lentamente, vedo più persone iniziare a vedere film o serie tv in lingua originale (ovviamente con i sottotitoli).
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Il problema dell’italiano, non è il doppiaggio, ma l’adattamento (che si prende o troppe libertà, o troppa censura, o entrambe le cose), e certe volte anche la traduzione.
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Ecco, l’adattamento è un problema che ultimamente vedo sempre più spesso. Per esempio ultimamente ho visto Matilda il musical su Netflix, una reinterpretazione dell’opera di Roald Dahl basata sullo spettacolo di Broadway. L’ho visto prima in inglese e posso dire di aver amato tantissimo le canzoni. Poi lo vedo in italiano. Non è male, ma a volte certi adattamenti o traduzioni sono veramente strane e risultano molto forzate nella lingua italiana.
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In certe opere, come nei Simpson per esempio, hanno anche ridisegnato alcune scene, pur di non tenere quelle originali. Siamo alla follia.
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Cara Raffa, mai più scelta (decisione) azzeccata con questa collaborazione, persona che io stimo e credo non abbia espresso ancora tutto il suo potenziale.
Un must del mio blog volevano essere le animazioni, ma ponendomi dei “paletti”,
… Non più di dieci minuti, Comunque tradotti in italiano,
Con un messaggio
Che facesse sorridere o riflettere,
Il materiale a disposizione è rimasto defalcato.
Innanzi tutto un plauso per le tue recensioni
Mai scontate
Un caro saluto Wu Otto
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Grazie carissimo, per l’attestato di stima al mio prezioso collaboratore, e alle mie “recensioni”, che considero più quattro chiacchiere tra amici. Hola ☺️
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