Gli anni dei ricordi (1996)

Un film delizioso, che racconta l’amore in tutti i suoi aspetti, anche quelli meno romantici, e che ha la fortuna di avvalersi di un nutrito gruppo di straordinarie attrici. È una commedia sentimentale, ma assolutamente mai sdolcinata, una riflessione anche troppo realistica sull’amore e sulle relazioni di coppia. Il titolo originale, How to make an American Quilt, ovvero “Come si fa una trapunta all’americana”, spiega e giustifica la struttura narrativa del film.

La giovane protagonista va a passare l’estate dalla nonna in campagna, approfittando dell’isolamento per terminare la tesi di laurea e riflettere sulla proposta di matrimonio appena ricevuta. La nonna fa parte di un gruppo di amiche che si riuniscono quotidianamente per ricamare bellissime trapunte, formate da quadrati di stoffe diverse, uniti dallo stesso tema e cuciti insieme. Decidono quindi di ricamare una trapunta matrimoniale per la nipotina, il cui tema non può che essere l’amore, e ognuna delle donne che vi lavorano ne dà la propria personale interpretazione, riflettendo nel ricamo le proprie esperienze, e approfittando dei momenti di riflessione per raccontare la propria vita.

Così il film, proprio come la trapunta, è l’unione di tante storie d’amore, più o meno felici, intrecciate con tradimenti, delusioni e amarezze, storie di vita vissuta tra passato e presente, che affiorano nei racconti delle donne intente a ricamare. Ascoltando le esperienze narrate dalla nonna e dalle sue amiche, la giovane protagonista riuscirà alla fine a prendere una decisione per il suo futuro, anche grazie alle nuove conoscenze fatte sul luogo.

È uno di quei film splendidamente interpretati, in cui i personaggi femminili sono scritti in maiuscolo. E occupano il tempo a parlare di uomini, mettendo il luce tutti i peggiori difetti dell’universo maschile, dall’immaturità cronica all’egoismo, fino all’incapacità di essere fedeli. I loro racconti rendono palpabili esperienze come l’adulterio, i sogni abbandonati, la lotta per liberarsi dai vincoli razziali e la difficoltà di mantenere vivo l’amore in un matrimonio.

Un meraviglioso affresco corale, tutto al femminile, dove i pochi personaggi maschili sono quasi delle ombre di passaggio, che però lasciano la propria impronta indelebile nei quadrati della trapunta e nei cuori delle loro donne. Winona Ryder è adorabile, con la sua eterna aria da adolescente, anche se qui dovrebbe rappresentare una donna un po’ più matura, e non sfigura affatto nel gruppo di grandi dive che la circondano, tra cui Jean Simmons è una piacevole sorpresa da rivedere con nostalgia.

In particolare, Ellen Burstyn e Anne Bancroft hanno un’ottima intesa e formano insieme una coppia molto ben assortita che ci regala i momenti più frizzanti e divertenti, mentre Maya Angelou fa occasionali apparizioni qua e là, portando con sé il difficile tema del razzismo e della lotta per la libertà. Lo schema narrativo del film, che intervalla il presente a lunghi flashback di episodi passati, dà vivacità all’insieme, catturando l’attenzione dello spettatore e offrendo agli interpreti molte opportunità di brillare.

Il mix tra passato e presente, tra i ricordi delle illusioni giovanili, e la realtà di una vita che porta con sé dolore e rassegnazione, ma anche saggezza, crea un film completo, sempre in bilico tra commedia e dramma, che trova la sua dimensione perfetta nell’interpretazione intensa ed espressiva delle straordinarie protagoniste. E avere l’occasione di vedere tutte insieme alcune delle migliori attrici sulla piazza, non capita spesso.

Inutile dire che il lieto fine è dietro l’angolo, ma nonostante il film sia una storia di sentimenti, riesce a non essere melenso né esageratamente scontato. Una pellicola ricca di sfumature, di gioia e di malinconia, di dubbi e di rimpianti, ma anche di speranza, proprio come la vita.

29 pensieri riguardo “Gli anni dei ricordi (1996)

  1. Deve essere davvero un bel film 🎥 mi piacciono sempre molto le tue recensioni. Winona Ryder la trovo deliziosa. Sai che mi ha fatto venire in mente un altro film, per la storia della coperta. Pomodori verdi fritti alla fermata del treno. Il titolo è tutto un programma, lo vidi moltissimo tempo fa e nemmeno lo ricordo bene tutto, ma mi piacque molto.
    Buona giornata 🌼 Raffa

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