I magnifici sette (1960)

Ho già parlato della mia passione per il western, e I magnifici sette è un classico imperdibile. In realtà nasce come omaggio a I sette samurai di Akira Kurosawa, ma preferisco parlarne come film a sé stante, anche perché le differenze rispetto all’originale, ambientato nel Giappone del 1500 e intriso del fascino della cultura nipponica, non giocano a favore del film di Sturges, in cui la storia si sposta nelle praterie del west e si qualifica chiaramente come puro intrattenimento. Le affinità tra i due film si fermano alla linea generale della trama, con i cambiamenti necessari per mantenerla credibile in un contesto culturale diverso.

Siamo in Messico, dove un villaggio di contadini subisce le prepotenze di una banda di banditi, guidata da Calvera, uno spietato fuorilegge senza pietà né coscienza. Ogni anno il villaggio viene depredato, e quando la situazione diventa insostenibile, gli abitanti decidono finalmente di reagire e opporre resistenza. Ma hanno bisogno di aiuto e tre dei contadini si recano al confine per trovare armi. Lì incontrano Chris, un misterioso pistolero che sembra possedere un proprio senso di giustizia. Decide di aiutare i poveri abitanti del villaggio e riesce a reclutare altri sei uomini con le sue stesse capacità.

Nonostante le evidenti difficoltà e contro ogni probabilità di riuscita, i sette si recano al villaggio per scacciare definitivamente i banditi. Lo scontro con Calvera e la sua banda avrà sorti alterne, ma quando i sette magnifici giustizieri verranno cacciati dai banditi, sceglieranno di tornare indietro e portare a termine il loro compito, anche a prezzo della vita.

Va detto che nel film di Sturges non c’è un particolare approfondimento psicologico, e quasi nessuna analisi della natura umana e delle motivazioni che spingono i pistoleri a farsi carico dell’impresa, mentre lo sviluppo dei personaggi era molto più curato nell’originale di Kurosawa, che nella versione integrale durava più di tre ore e venti. Uno dei punti di forza del film giapponese è che tutte le storie, grandi e piccole, erano collegate e articolate completamente, mentre questa ricchezza di dettagli manca nella pellicola di Sturges.

Non è stato speso molto tempo a costruire i personaggi nella versione western della storia, e anche il profondo senso dell’onore che muoveva i samurai non trova un suo corrispondente tra le praterie del west. Ma a parte queste innegabili differenze, I magnifici sette rimane un film western innovativo, diverso rispetto ai classici di John Ford e con molte più sfaccettature rispetto ai soliti scontri tra indiani e cowboy.

E’ un film che ha un’identità tutta sua. Gli eroi non sono i classici buoni dal passato senza macchia, ma anzi sono in parte piuttosto misteriosi. Fino ad allora, la lotta tra bene e male aveva sempre visto dei fuorilegge scontrarsi con uno sceriffo, o al massimo con qualche cavaliere solitario, armato di buone intenzioni. Qui, invece, abbiamo un manipolo di pistoleri, con un passato che si può presupporre non del tutto limpido, che decide di andare in soccorso dei deboli, là dove la legge non esiste, o almeno non funziona.

Sono tutti pistoleri con licenza di uccidere, ma per un buon fine. Questa è una novità rivoluzionaria, che da qui in poi aprirà un vero e proprio filone, che proseguirà qualche anno dopo con film come Quella sporca dozzina. Sono uomini che non ci pensano due volte a fare la cosa giusta, anche se mette a rischio le loro vite, e forse sono in cerca di redenzione.

Si sa poco o nulla sulle loro origini o sui motivi della loro casuale alleanza, ma non importa. Non c’è necessità di sprecare tempo oltre il necessario per delineare i contorni di questo scontro tra bene e male, anche se, una volta iniziata la battaglia, ci sarà spazio per qualche dettaglio che renda ogni personaggio unico e ben distinto dagli altri. C’è nobiltà in ognuno di loro, sia pure in modo diverso, c’è coraggio e paura, audacia, ma anche testardaggine e temerarietà.

Il film ha i suoi punti di forza in un cast di tutto rispetto, in particolare Eli Wallach e Yul Brynner, che riescono a dare ai rispettivi personaggi abbastanza vita e profondità da renderli interessanti; ma contribuiscono naturalmente anche Charles Bronson, James Coburn, Robert Vaughn e Steve McQueen, oltre alle leggendarie musiche di Elmer Bernstein, che incarnano il fascino eroico della grandiosa impresa dei protagonisti.

La regia non offre particolari guizzi di originalità, ma sfrutta i paesaggi naturali e l’ambientazione rurale per ottenere suggestive composizioni fotografiche, giocando molto anche sui contrasti tra luci e ombre. La tensione è sempre palpabile, con una combinazione esplosiva in cui i preparativi, le trappole e l’elemento sorpresa vanno costantemente verso un climax turbolento, in cui sappiamo che morte e distruzione colpiranno sicuramente i cattivi, ma non risparmieranno i coraggiosi eroi. Si tratta solo di vedere chi resterà alla fine.

Questo film non è solo la storia di un gruppo di pistoleri che affronta i banditi per una giusta causa: c’è azione, suspense, un po’ di umorismo e un tocco di romanticismo, c’è il senso dell’onore e della sfida, e quando le cose si fanno davvero difficili, c’è soprattutto lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di dover fare il necessario per sconfiggere il male. Perché in fondo è questo che fanno gli eroi: combattono in prima persona, non mandano altri a morire.

27 pensieri riguardo “I magnifici sette (1960)

  1. Invece per me il western è un genere un po’ secco. Nel senso che ne ho visti troppi e non mi attira più particolarmente. Anche se è evidente come certo cinema di oggi, non western, ne sia abbondantemente contaminato (vedi pure Tarantino, ma non solo).
    Ecco, visto che ami tanto questo genere… sarai contenta che RaiMovie sia diventata il maggior spacciatore di film di questo tipo in Italia (e forse nel mondo!)…

    Piace a 1 persona

      1. finora ho visto:
        1M di modi per morire nel west
        un film con craig sugli alieni nel western
        rango
        un film d’animazione degli anni ’60

        vedrò se riesco a trovare i tuoi^^

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