Boulevard (2014)

Il destino di questa pellicola è di essere ricordata come l’ultima interpretazione di Robin Williams, e da una parte è un bene perché sarebbe stato un vero peccato che un attore del suo calibro fosse ricordato per Una notte al museo – Il segreto del faraone. Questo è il terzo dei quattro film che l’attore aveva in programma al momento della sua morte, nell’agosto del 2014, ed è l’ultimo che lo vede sullo schermo. Il film ha avuto purtroppo una pessima distribuzione, in Italia è uscito direttamente in DVD, ed è stato trasmesso dalle reti satellitari. Peccato, perché è una storia molto intensa che lo vede mostrare il suo lato più drammatico, testimoniando la completezza della sua gamma espressiva. Molti non sono d’accordo su questo punto, e sostengono che Williams si esprimesse al meglio nei toni della commedia, ma dopo aver visto questo film forse cambierebbero idea.

Nolan Mack è un impiegato di banca sessantenne, alle soglie della pensione, che vive una tranquilla e noiosa esistenza insieme alla moglie Joy: sembrano apprezzare la reciproca compagnia, condividono un’affinità di gusti per il buon vino, la letteratura e il cinema impegnato, ma assomigliano più a vecchi amici che a coniugi. Dormono in stanze separate e non c’è traccia di alcuna intimità fisica tra loro. Nonostante questo, sembrano sereni, rassegnati a una vita senza figli, allietata solo dalla reciproca vicinanza. Nolan ha anche un padre anziano, ricoverato in un ospizio, con cui ha un pessimo rapporto.

Un sera, di ritorno da una visita al padre, Nolan fa una deviazione impulsiva in una zona della città frequentata da giovani ragazzi che si prostituiscono; qui conosce Leo che, in breve tempo, diventa per lui un’ossessione. Si incontreranno più volte nei motel, ma Nolan cerca un rapporto affettivo, non sessuale, ed è disposto a pagare Leo solo per parlare con lui e godere della sua compagnia, o al massimo per poterlo abbracciare.

Leo cerca di sfruttare la situazione, facendosi fare regali sempre più costosi, ma non riesce a ricambiare l’affetto di Nolan, e si mostra sempre più insofferente, soprattutto quando vede minacciata la sua libertà. Nolan diventa sempre più possessivo nei confronti del ragazzo, procurandogli un colloquio di lavoro nella speranza che cambi vita; arriverà anche a scontrarsi con il suo protettore, e metterà a rischio il proprio lavoro e il rapporto con la moglie, intessendo una rete di bugie che Joy scopre regolarmente, senza però dire nulla.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è un film sull’omosessualità repressa, anche se lo spunto parte da lì; è un film sulla solitudine esistenziale di un uomo che si trova a tirare le somme della sua vita, e improvvisamente scopre che non l’ha vissuta. E’ un film sulle sorprese che la vita può riservare dietro ogni angolo, anche quando non te l’aspetti più. Nolan è un uomo mite, senza grilli per la testa, che ama sua moglie, ma inaspettatamente si rende conto che la sua vita gli è passata accanto e, a 60 anni, si trova a fare i conti con un’omosessualità che ha sempre negato per una forma di ipocrita perbenismo.

Dopo anni di un matrimonio amorevole ma platonico, conveniente, perché accettato in società, quella parte di Nolan si era chiusa, ma Leo smuove qualcosa dentro di lui e gli fa rivalutare tutto, con grande sgomento di Joy, che ama suo marito, nonostante tutto, ma soprattutto ama il loro matrimonio, come una sorta di coperta di Linus a cui non può rinunciare. Un film non facile, drammatico, senza quei momenti di ilarità a cui Williams ci ha abituato, anche nelle sue interpretazioni più serie. Certo il fatto che l’attore tanto amato ci abbia lasciato e che la sua vita sia finita nel modo che tutti sappiamo, getta una nuvola oscura su un film già molto malinconico, che non offre tra l’altro grandi sorprese.

Dopo un inizio un po’ lento, a sottolineare la monotonia della vita del protagonista, il ritmo si fa più incalzante dopo l’incontro con Leo, e ci si rende conto che l’apparente serenità di Nolan nasconde un tumulto di emozioni represse, col consenso tacito e complice della moglie. Ma il declino di quest’uomo, che non sa cosa fare dei suoi sentimenti, non riserva sorprese, è convincente ma anche prevedibile, lungo una strada ampiamente intuibile che non ammette lieto fine. La fotografia dai toni caldi, l’atmosfera crepuscolare e la musica struggente contribuiscono alla dimensione intima ma profondamente malinconica della pellicola.

Forse Boulevard non sarà un capolavoro ma è il canto del cigno di un attore straordinario, che riesce a dipingere il travaglio interiore del suo personaggio in un modo così sincero e intenso che non sarà facile dimenticarlo, ed è impossibile non commuoversi. Ma in fondo glielo dobbiamo, dopo tutti i sorrisi che ci ha regalato.

27 pensieri riguardo “Boulevard (2014)

  1. “è un film sulla solitudine esistenziale di un uomo che si trova a tirare le somme della sua vita, e improvvisamente scopre che non l’ha vissuta”
    sembra la definizione di molte vite da copertina

    anche io conosco questo film di nome perke è il suo ultimo

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  2. Film bellissimo e intenso, ovviamente per chi riesce ad andare oltre il William “pagliaccio” (passami il termine per favore). Se non l’hai ancora visto, ti consiglio anche “Una voce nella notte” dove troviamo di nuovo un Williams dai toni forti e intensi. Ho amato molto entrambi. ❤️
    Di Una voce nella notte ho scritto una breve recensione e ho letto anche il libro… assolutamente da vedere se si vuole amare un attore nella sua completezza a 360°. ❤️

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  3. Andare nella cartella spam evidentemente mi ha “sderenato” il commento facendolo diventare un misterioso quanto inquietante “Qqqq”.
    E invece ti volevo ringraziare per aver recensito questo film, che mi è molto piaciuto e che non conoscevo.

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  4. Visto che siamo in argomento, ti consiglio di vedere (e recensire sul tuo blog) l’ultimo film di Tom Hanks : “Non troppo vicino (A man called Otto)”.
    Ne vale la pena anche se il protagonista … con la vicenda pandeminchia, mi è sceso molto, molto, moltissimo.

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