Il gladiatore (2000)

All’inizio del nuovo millennio, Ridley Scott si assume il compito, non facile, di ridare vita ad un genere cinematografico ormai desueto, e lo fa da par suo, firmando un film straordinariamente potente. Fin dalla sequenza iniziale ci immergiamo in un’atmosfera epica, un misto di antichità classica e qualche accenno di storia, quel tanto che basta per inserire le vicende del protagonista in un contesto storico verosimilmente realistico. Siamo chiaramente di fronte a un film, non a un documentario, incentrato su un personaggio che non è realmente esistito, ma che incarna tutte le caratteristiche legate all’epoca e alla condizione sociale in cui avrebbe potuto vivere. Qualunque polemica sulle incongruenze storiche è quindi inutile.

Scott racconta la storia di Massimo, un generale romano, puntando l’attenzione non solo sulla sua autorità nei confronti dell’esercito o sul rapporto di fiducia e stima instaurato con l’imperatore, ma anche sul suo amore per la famiglia. Costruisce quindi un personaggio a tutto tondo, continuando, per tutta la durata del film, ad aggiungere dettagli su dettagli, e dipingendo così un quadro meraviglioso e completo della vita di quest’uomo. Questo non significa certo che Massimo sia l’unico protagonista: attorno a lui ruotano altri personaggi, tutti delineati psicologicamente con attenzione, a formare un insieme unitario.

Ed è proprio la visione d’insieme che fa la grandezza del film e decreta la sua riuscita: una fusione perfetta di dramma, azione e sentimenti, sullo sfondo di un’epoca storica tra le più ricche di contraddizioni e giochi di potere. Il gladiatore è cinema d’azione che raggiunge vette di espressione artistica mai viste prima in un peplum, offrendo una spettacolo esteticamente notevole unito a una storia avvincente, che coinvolge e cattura per più di due ore, senza mai annoiare. Con una visione chiara e un occhio attento ai dettagli, Scott crea una bellissima epopea storica che bilancia battaglie e combattimenti cruenti con il dramma privato che circonda il protagonista, attraverso una sceneggiatura attenta e mai superficiale.

Il merito va anche ad un cast di prim’ordine che unisce vecchie glorie come Richard Harris, Derek Jacobi e Oliver Reed, a due stelle come Russell Crowe e Joaquin Phoenix nei ruoli principali, oltre a Connie Nielsen e Dijimon Hounsou in ruoli secondari. Crowe offre qui una delle sue migliori interpretazioni, ricca di forza e di passione, nel ruolo di un uomo che non combatte solo per ragioni di vendetta personale, ma soprattutto per senso di onore e giustizia, animato da una lealtà all’imperatore che non si esaurisce con la morte di Marco Aurelio, proprio come accadeva nel mondo romano. Phoenix, dal canto suo, fa di Commodo un ritratto tanto abietto e folle da potersi paragonare senza difficoltà alla figura di Joker.

L’elemento finale che rende il film una così grande esperienza cinematografica è la colonna sonora di Hans Zimmer, meravigliosamente equilibrata: la musica accompagna e sottolinea ogni sequenza ma non risulta mai troppo invadente, lavorando in tandem con tutti gli altri elementi del film per creare atmosfera e tensione. Nonostante questo, resta memorabile e, ascoltata in assenza di immagini, richiama immediatamente tutto lo splendore della pellicola. Nominata agli Oscar, fu sconfitta dalla colonna sonora de La tigre e il dragone, mentre Il gladiatore portò a casa 5 statuette su 12 nomination: miglior film, miglior attore protagonista, migliori costumi, sonoro ed effetti speciali.

A proposito di questi ultimi, va detto che Scott ne fa un uso molto limitato, soprattutto della CGI, optando principalmente per effetti pratici e acrobazie di stuntman, utilizzando sempre virtuosismi tecnici ben studiati e mai fini a se stessi. Questo avvantaggia naturalmente il realismo e il coinvolgimento dello spettatore nell’azione. Inoltre si nota, non solo nelle scene di battaglia, una ricerca continua di inquadrature suggestive, il cui effetto scenografico è aumentato da una fotografia raffinata e da un sapiente montaggio.

Molte le inesattezze storiche e anche gli anacronismi, che tuttavia non alterano il valore complessivo di un’opera assolutamente geniale: una trama interessante e coinvolgente, arricchita da sequenze spettacolari alternate a momenti di vera poesia, esaltata da una recitazione eccezionale e diretta con un ritmo avvincente, che ne fa un film degno di essere definito epico.

45 pensieri riguardo “Il gladiatore (2000)

  1. Visto al cinema appena uscito, ma onestamente è stata una visione decisamente poco appassionante. Mi sembrava di essere tornato ragazzino, quando morii di noia con “Ben Hur”: mi avevano promesso corse delle bighe, non tre ore di drammone religioso! 😀
    Per fortuna nel gladiatore ci hanno risparmiato la religione, ma in sala è stata davvero dura resistere per tutto quel tempo…

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  2. A me è piaciuto tantissimo. Uno dei pochi film di cui so le battute in italiano e in inglese a forza di vederlo 🤣(un altro è ritorno al futuro 😂😂) ma non mi stanca mai!!!
    Ed è l’unico film a cui ho “perdonato” gli strafalcioni storici 🤪

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